Il centrodestra è di nuovo nel caos a pochi giorni dalle elezioni regionali in seguito all’arresto di questa mattina del carinese Salvatore Ferrigno. Un altro colpo per la coalizione che sostiene il candidato Renato Schifani in corsa per la presidenza della regione, che arriva dopo l’arresto della candidata di Fratelli d’Italia, Barbara Mirabella, a Catania per presunta corruzione. Voto di scambio politico mafioso è, invece, l’accusa mossa al 62enne Ferrigno.

Chi è Salvatore Ferrigno?

“Coraggio, il cambiamento è adesso”, è lo slogan che compare nell’immagine che sponsorizza la sua candidatura nella lista dei Popolari Autonomisti parte della coalizione che sostiene l’ex presidente del Senato Renato Schifani nella corsa alla presidenza della Regione siciliana. Nato a Carini, da giovane si era trasferito negli Usa dove ha lavorato come broker assicurativo. “La Sicilia è nel mio cuore”, ha detto nel corso di una recente intervista a un quotidiano locale della sua città d’origine, Carini. Una esperienza parlamentare alla Camera dei Deputati perché eletto nella circoscrizione estera per il Nord e Centro America.. “Una esperienza maturata all’estero e una esperienza per i miei concittadini all’estero, oggi sono una risorsa per il territorio”, continua nell’intervista.

Nel 2008 consulente di Raffaele Lombardo

Tra i fondatori dell’associazione Azzurri nel mondo of California, ha vissuto molti anni a Filadelfia e ha fatto il broker assicurativo. Durante la legislatura in cui è stato deputato nazionale è stato componente della commissione Difesa. Nel 2008 l’allora presidente della Regione Raffaele Lombardo lo nominò consulente per i rapporti tra la Regione e i siciliani all’estero.

La promessa di soldi e favori all’esponente di cosa nostra

L’aspirante deputato è accusato di scambio elettorale politico-mafioso. Insieme a lui sono finiti in carcere il boss Giuseppe Lo Duca e Piera Lo Iacono, che avrebbe fatto da intermediaria tra il politico e la mafia. L’indagine è stata coordinata dal procuratore aggiunto Paolo Guido. Secondo gli inquirenti, Ferrigno avrebbe promesso favori e denaro all’esponente di Cosa nostra in cambio di voti. A sostegno dell’accusa ci sono diverse intercettazioni ambientali, alcune di pochissimi giorni fa. L’inchiesta, coordinata dalla Dda, nasce da un’indagine dei carabinieri del Nucleo investigativo, guidati dal tenente colonnello Salvatore Di Gesare, sui clan mafiosi della provincia di Palermo.

Anche soldi nel patto stretto con boss

Nel presunto patto siglato tra il candidato all’Ars per i Popolari Autonomisti Salvatore Ferrigno, arrestato per voto di scambio politico-mafioso, e il boss di Carini Giuseppe Lo Duca c’era anche una somma di denaro. I due si erano accordati inizialmente su 20mila euro per ognuno di quattro paesi del palermitano in cui il mafioso avrebbe dovuto sostenere l’aspirante deputato regionale, poi la somma era scesa a 5mila. E’ uno dei particolari che emerge dall’inchiesta della Dda di Palermo e dei Carabinieri che oggi ha portato all’arresto di Ferrigno Lo Duca e di una presunta intermediaria che avrebbe favorito l’incontro tra i due. Lo Duca, figlio di un capomafia, è libero dopo aver scontato una condanna per associazione mafiosa.

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