Forza Italia fa sentire la sua voce dopo l’arresto del suo candidato al consiglio comunale Pietro Polizzi sull’operazione che ha messo in risalta mafia e voto di scambio. Prima l’invito del leader forzista Gianfranco Miccichè a ripudiare certe logiche, seguito dalla rinuncia alla candidatura di Adelaide Mazzarino, adesso l’altra candidata al consiglio Stefania Munafò chiede che pubblicamente tutti i compagni di partito prendano le distanze pubblicamente da certe logiche.

La questione etico politica

“L’arresto del candidato Pietro Polizzi, a prescindere dagli esiti di un’indagine ancora alle sue fasi iniziali e che dovrà essere convalidata o smentita in dibattimento, – ha commentato la Munafò – pone una questione etico politica rilevante a pochi giorni dal voto. Bene ha fatto Miccichè a chiedere alla candidata che si presentava in coppia con Polizzi di ritirarsi dalla competizione dando un segnale forte. Quale candidata nella lista di Forza Italia faccio appello a tutti i candidati del mio partito perché prendano pubblicamente le distanze da un vecchio modo di fare politica e raccogliere voti in quell’area quantomeno grigia. Occorre una forte sterzata da imporre mettendo al bando modi di fare  come quelli contestati a Polizzi, pur nel rispetto del principio di innocenza fino a prova contraria”.

L’appoggio alla scelta della Mazzarino

“Bene ha fatto anche la candidata Mazzarino a rispondere prontamente alla richiesta del coordinatore Gianfranco Miccichè – aggiunge la Munafò -. Spero vivamente che tutti i candidati della lista azzurra così come di tutte le altre liste, prendano analoghe distanze da comportamenti opachi ancorché non  penalmente rilevanti. Questo deve essere il tempo dell’assoluta trasparenza”.

La Mazzarino ritirata

Adelaide Mazzarino si è ritirata ufficialmente dalla corsa al consiglio comunale di Palermo dopo lo scandalo scoppiato questa mattina in seguito all’operazione che vede tre indagati fra cui Pietro Polizzi. La Mazzarino stava facendo la campagna elettorale a “braccetto” con Polizzi, arrestato questa mattina perché accusato di aver chiesto i voti della mafia. “Queste cose non mi appartengono, la corsa finisce qui” sono in buona sostanza le parole della candidata al consiglio comunale.

L’inchiesta cosa ha fatto emergere

Pietro Polizzi sarebbe sceso a compromessi con la cosca mafiosa dell’Uditore per avere appoggio elettorale. È stato arrestato questa mattina con l’accusa di scambio politico elettorale mafioso. La sua prima elezione risale al 18 luglio del 2008, quando da esponente Udc fu eletto al consiglio provinciale di Palermo. Durante quei 5 anni fu anche nominato capogruppo del partito sostituendo Luigi Vallone, a quel tempo eletto sindaco di Prizzi. Il 21 maggio del 2012 fu invece eletto a Sala delle Lapidi, sempre nelle file dell’Udc.

Le accuse a Polizzi

Risalirebbe al 10 maggio l’incontro tra l’aspirante consigliere e Agostino Sansone durante il quale i due avrebbero stretto l’accordo in vista del voto di domenica. Il capomafia era intercettato e gli inquirenti hanno potuto ascoltare in diretta la promessa di appoggio alle prossime comunali in cambio dell’assicurazione del sostegno da parte del politico. In meno di due settimane i pm, coordinati dall’aggiunto Paolo Guido, hanno chiesto la misura cautelare. Il gip ha emesso il provvedimento in circa 4 giorni.

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