Nuova mobilitazione a Palermo dei 543 lavoratori di Almaviva e Covisian della Commessa ITA Airways. Domenica 15 maggio alle ore 18.00 presso piazza Politeama daranno vita a un Flash mob per denunciare la drammatica situazione di stallo che li vede vittime.

Il flash mob in piazza

La mobilitazione “contro il silenzio assordante del governo, per pretendere il rispetto per  queste 543 famiglie “usate”, da Alitalia prima e Ita airways dopo e licenziate da un’azienda di stato, per chiedere la riconvocazione del tavolo ministeriale e far capire che nessuno potrà’ metterci a tacere nella denuncia di uno Stato carnefice dei propri lavoratori”

Il presidio al Politeama

Da 10 giorni è in corso il presidio permanente dei lavoratori a Piazza Politeama,  che continuerà fino alla convocazione del Tavolo da parte del Ministero del Lavoro. “E’ indispensabile che tutti i soggetti coinvolti a partire da ITA Airways, passando per Covisian partecipino costruttivamente al Tavolo – dicono le sigle sindacali -, ristabilendo sani principi negoziali che superino scelte scellerate, meramente commerciali e di profitto. Il Governo e tutta la Politica devono farsi garanti di un percorso di legalità, del rispetto delle regole e di salvaguardia di tutti i 543 lavoratori in procedura di licenziamento, scongiurando un dramma sociale irragionevole e gravemente rischioso per l’intero Settore”.

E Cgil, Cisl e Uil scrivono a Orlando

Cgil, Cisl e Uil Palermo scrivono al ministro del Lavoro Andrea Orlando e lanciano un nuovo allarme sulla vertenza che riguarda i lavoratori ex Almaviva e Covisan. Un dramma che si sta consumando sulla pelle di centinaia di ex dipendenti del call center palermitano che rischiano di non rientrare più nei piano dell’azienda.

“In ballo la credibilità delle istituzioni”

Secondo le tre sigle sindacali, “la vicenda che riguarda 543 lavoratori e lavoratrici di Covisian non può essere classificata come una normale ‘vertenza’” Ma “è un tema che riguarda la città di Palermo ma anche la credibilità delle Istituzioni rispetto a una idea di sviluppo che tutti continuano a ripetere che debba ripartire dal Sud di questo Paese”. Inizia così la lettera rivolta al Ministro del Lavoro Andrea Orlando, e firmata dai tre segretari generali di Cgil Cisl Uil Palermo, Mario Ridulfo, Leonardo La Piana e Luisella Lionti sulla vertenza dei lavoratori Covisian.

Chiesto l’intervento del Ministero urgente

Le tre sigle sollecitano, “un intervento urgente e immediato con l’attivazione del tavolo ministeriale alla presenza di tutti i soggetti coinvolti”. Le tre confederazioni lanciano l’allarme degli effetti della vertenza sull’occupazione di Palermo, aggiungendo: “si tratta di un numero di lavoratori e lavoratrici imponente per una città già allo stremo socialmente come la nostra, con tassi di disoccupazione molto alti, con ampio ricorso al reddito di cittadinanza e con un lavoro purtroppo molto precario. Il rischio quindi di un impatto sociale molto forte è evidente e crediamo che questo chiaro a tutti Bisogna fare qualcosa immediatamente e dare risposte certe e definitive”.

La preoccupazione sulla ricollocazione dei dipendenti

“Si tratta principalmente di persone di mezza età – evidenziano i tre segretari palermitani di Cgil, Cisl e Uil – , non facilmente ricollocabili, che però hanno dato tutto quello che avevano alla compagnia di bandiera negli anni scorsi e che oggi rischiano realmente di essere espulse dal mondo del lavoro. Molte sono donne e questo rende ancora più drammatica la situazione anche sul potenziale fronte occupazionale, tenuto conto, inoltre, che la maggior parte di loro, opera in regime contrattuale di part time involontario”.

Rispettare gli accordi

Per i sindacati, come scrivono al Ministro Orlando, “Serve che si rispettino gli accordi presi, che non venga disatteso quanto previsto dalle norme. Tutte le riorganizzazioni nel tempo sono sempre passate sulla pelle dei lavoratori; si è cercato di mantenere il lavoro, si sono fatte rinunce e sacrifici ma stavolta queste lavoratrici e lavoratori non possono sentirsi traditi dalle Istituzioni. La non applicazione della clausola sociale, il mancato rispetto degli accordi ma anche la scelta di non presentarsi di ITA al tavolo hanno rappresentato non solo qualcosa di ‘inusuale’ ma anche un ‘grave e negativo’ episodio per le relazioni industriali e sindacali nonché un comportamento che potrebbe definirsi ‘negligente’”.

Avanti con la mobilitazione

I tre segretari, Ridulfo, La Piana e Lionti concludono “se una società come Ita, pubblica al 100 per cento, tiene questi comportamenti che potremmo definire ‘arroganti’, abbiamo la ragionevole preoccupazione che ci possano essere comportamenti emulanti anche di altre aziende di altri settori. Sosteniamo dunque tutte le forme di protesta e rivendicazione che stanno portando avanti le federazioni di categoria a livello locale e nazionale, chiediamo che intervengano subito le istituzioni nazionali: c’è un tema di mantenimento di posti di lavoro, di rispetto di regole e accordi, di contrasto al dumping salariale e sociale ma anche di credibilità sul futuro di terre come la nostra”.

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