L’ospedale Giglio di Cefalù esce dalla rete regionale per l’infarto. L’esclusione dalla nuova mappa delle urgenze e emergenze è stata decisa dal dipartimento per la pianificazione strategica dell’assessorato alla salute. Nei giorni scorsi è stata ventilata un’altra misura penalizzante per lo stesso ospedale: la chiusura del punto nascite.
Le due decisioni stanno suscitando proteste e mobilitazioni. Contro l’esclusione dalla rete per l’infarto si è subito schierato il primario di cardiologia, Tommaso Cipolla. In una nota al direttore generale della Fondazione Giglio, Cipolla fa presente che la cancellazione dalla rete per l’infarto si pone in “stridente e incomprensibile contrasto” con il ruolo di centro Hub svolto dall’ospedale dal 2004, prima cioè della stessa istituzione della rete. La nuova decisione, aggiunge Cipolla, “è più grave della chiusura del centro nascite”. Nel caso del trattamento precoce dell’infarto non esisterebbero alternative tra Messina e Palermo (con l’eccezione di Patti, che però funziona al 50%).
Secondo il cardiologo, l’abolizione del centro Hub di Cefalù, riconosciuto come centro di eccellenza, comporterebbe “non meno di dieci morti in più in un anno”.
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