Contrasto al caporalato ed allo sfruttamento lavorativo in agricoltura e garantire la sicurezza alimentare, il rispetto dell’ambiente e la qualità dei prodotti man anche valorizzare ed incentivare le aziende agricole, i trasformatori e tutti gli attori della filiera agroalimentare, perché siano in grado affrontare le sfide di mercato. E’ l’obiettivo che persegue il patto siglato ieri tra i sindacati e i rappresentanti di categoria alla presenza degli assessori regionali all’Agricoltura, dello Sviluppo Rurale e della Pesca Mediterranea e della Famiglia, delle Politiche Sociali e del Lavoro, Edy Bandiera e Antonio Scavone.

Euroagrumi, organizzazione di produttori del settore ortofrutticolo, i sindacati di categoria Flai Cgil, Fai Cisl e Uila Uil siciliane e i due assessori siciliani hanno sottoscritto il protocollo di intesa per il contrasto al caporalato e allo sfruttamento del lavoro in agricoltura. Al centro dell’intesa anche la sicurezza alimentare, il rispetto dell’ambiente e la qualità dei prodotti.

Il protocollo riguarda tutti gli attori della filiera agroalimentare e ha lo scopo di “promuovere il circuito della legalità del lavoro”, contrastando l’intermediazione illegale di manodopera e l’uso scorretto dei contratti di lavoro e migliorando le condizioni degli stagionali. Le parti si impegnano ad attivare iniziative di informazione e formazione dei lavoratori su sicurezza e diritti e a negoziare accordi su questi temi e su quello della legalità.

Tra gli impegni presi, quello di agevolare i servizi di trasporto gratuiti per i lavoratori, la stipula di convenzioni per creare presidi medici sanitari mobili, corsi di lingue, l’utilizzo di immobili disponibili in caso di necessità di accoglienza. “Un altro passo avanti nelle iniziative di contrasto al caporalato e allo sfruttamento- commentano di segretari di Flai, Fai e Uila, Tonino Russo, Pierluigi Manca e Nino Marino – e per la crescita della consapevolezza che lo sviluppo e un’agricoltura di qualità sono strettamente connessi al lavoro di qualità e ai diritti di chi lavora”.