I finanzieri del Nucleo Speciale di Polizia Valutaria, in collaborazione con il Comando Provinciale di Palermo, stanno dando esecuzione a un’ordinanza di applicazione di misure cautelari personali, emessa dal GIP presso il Tribunale di Palermo su richiesta della Dda nei confronti di 5 persone accusate di concorso esterno in associazione di stampo mafioso, riciclaggio, ricettazione ed estorsione aggravati.

Arresti e sequestri di cinque società

Disposto anche il sequestro di 5 imprese operanti nel settore del commercio dell’oro, nonché di somme di denaro, oro, disponibilità finanziarie, beni mobili registrati, immobili e aziende nella disponibilità di 27 indagati, fino alla concorrenza di circa 5 milioni di euro.

Le indagini hanno al centro la società Luca Trading srl. Gli arrestati sono cinque Francesco Luca e i figli Vincenzo Luca, Rosario Luca, e Sergio Rubino, la quinta persona arrestata è una donna finita ai domiciliari.

I Compro Oro e la famiglia di Porta Nuova

L’attività investigativa è scattata da alcune segnalazioni di operazioni sospette, e dalle dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia che avrebbero permesso di raccogliere elementi su un meccanismo di riciclaggio di oro che sarebbe stato messo in atto da una società palermitana la quale, sulla base delle direttive impartite dal mandamento mafioso di Porta Nuova a Palermo, avrebbe agito da collettore di grandi quantità di oro raccolto nel territorio di riferimento sia da ladri o rapinatori sia dai relativi ricettatori. Sarebbe emersa l’esistenza di un sistema illecito che esercitava un capillare controllo sulle attività di riciclaggio e ricettazione dei metalli preziosi che arrivava dal circuito criminale..

Gli interessi della famiglia di Borgo Vecchio

La società, che sarebbe stata finanziata dall’allora reggente della famiglia mafiosa di Borgo Vecchio, nel triennio 2016-2018, ha dichiarato operazioni di cessione di oro per oltre 2,19 tonnellate, per un controvalore di oltre 75 milioni di euro. In particolare, in base agli elementi raccolti dai finanzieri, sarebbe emerso che, in una prima fase, il metallo prezioso sarebbe stato sottoposto ad un processo di fusione per essere poi ceduto ad altri operatori del settore sotto forma di lingotti. Per ridurre i rischi e di dare una parvenza di legalità alle grandi quantità di oro movimentato.

Sono in corso perquisizioni

Gli imprenditori si sarebbero serviti di soggetti esercenti l’attività di “compro oro”, rispetto ai quali sarebbero emersi gravi indizi di reato in ordine all’emissione di false fatture di vendita. Sono in corso di esecuzione numerose perquisizioni, nei confronti dei soggetti a vario titolo indagati, al fine per reperire ulteriori prove.

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