BlogSicilia ha voluto fare il punto sull’attuale stato dell’arte all’interno della coalizione di Centrodestra con Vincenzo Figuccia, oggi deputato dell’Udc, che ha lasciato Forza Italia e che ha fatto discutere per le sue dimissioni a corto raggio dalla carica di assessore all’Energia. Una scelta nata dalla contrapposizione dura e forte sul tema dei vitalizi all’Ars e dei tetti sugli stipendi dei dirigenti con presidente dell’Ars Gianfranco Miccichè.
Figuccia come sta la maggioranza di cui lei fa parte? E’ veramente attaccata all’ultimo voto?
“Musumeci la maggioranza ce l’ha il problema è non perderla – sottolinea -. Quando sento che la maggioranza non c’è mi infastidico, io penso che ci sia ma non la si voglia vedere quando si lascia che figure portanti vengano messe in difficoltà in aula. C’è una sorta di oligarchia all’interno del Parlamento, a quest’Aula mancano i giocatori che organizzano le scelte di campo, che fanno ‘amalgama’, che fanno ‘spogliatoio ‘ – stigmatizza il deputato prendendo in prestito il lessico del mondo calcistico -. La maggioranza dovrebbe spalmarsi sulla posizione di tanti e non di pochi. Queste ultime sedute ci dicono che siamo in condizione di uscire dalla situazione di criticità. Io sono stato il primo a volere Musumeci candidato Presidente ma mi accorgo che in questo momento nella coalizione di Centrodestra c’è una totale assenza di leadership e questo è il problema. Il mio stesso partito non ha coordinatore regionale, c’è una crisi dei partiti più in generale. Anche a fronte di tutto questo io ho lanciato il movimento #CambiAmo la Sicilia aggregando professionisti e imprenditori su una piattaforma sicilianista fatta di rivendicazioni contenute nello nostro stesso Statuto per dare presenza sul territorio. Comunque ribadisco la tenuta della maggioranza la si vedrà sui contenuti e sui provvedimenti e nel merito. Ritorno al voto e dimissioni di Musumeci?. Spero non accada ma se dovessero crearsi queste condizioni a determinarle sarebbe la sua stessa maggioranza, un Figuccia o qualche altra persona all’interno della coalizione che lo sostiene e non le forze dell’opposizione. Io attendo di vedere nella Finanziaria quei provvedimenti importanti per le tante categorie in difficoltà della nostra Isola”.
Ma nell’ultima seduta certamente è stata strategica la posizione assunta da Sicilia Futura?
“Io votando sì al Def ho fatto appello a tutte forze in Parlamento – dice – non basta eessere all’opposizione bisogna creare delle condizioni di Governo per dare risposte concrete ai siciliani – aggiunge -. Dobbiamo imparare a confrontarci più sul contenuto delle proposte che sulle appartenenze per fare provvedimenti forti:io ne sto promuovendo alcune come le zone franche, la fiscalità di vantaggio e anche il riconoscimento del principio di insularità insieme con i consiglieri regionali sardi con cui stiamo elaborando una proposta di iniziativa popolare per cambiare la Costituzione e chiedere parità di trattamento. Insomma per fare in modo che nascere in Sicilia come in altre zone del Paese non sia una discriminante come in molti casi è tutt’ora”.
Anche Cancelleri ha mostrato il volto di “un’opposizione responsabile” su finanziaria e legge elettorale, in considerazione della sua richiesta di ritorno alle urne, peraltro non del tutto esclusa dallo stesso Governatore che ha detto chiaramente di non voler diventare “ostaggio di nessuno” che ne pensa?
“Ma guardi all’opposizione responsabile ci credo poco. Alla responsabilità ci si ricorre quando si vuole mettere una pezza. I 5 Stelle ne sono convinto non daranno mai un voto, loro amano stare all’opposizione e senza mai aver fatto nulla e senza mai sporcarsi le mani hanno avuto quel successo di voti che abbiamo visto lo scorso 4 marzo. Una mano tesa da loro non arriverà dobbiamo uscire da soli la terra dal fosso.
Senta ma invece ritorniamo in ultimo sulla vicenda dei vitalizi e dei tetti agli stipendi. Da lì son venute le sue dimissioni da assessore e la battaglia tutta politica con Miccichè
“Senta di questo ormai non voglio più parlare, sopratutto in riferimento alla persona. Per me Miccichè non esiste più, parlare di lui è come sparare sulla Croce Rossa – conclude Figuccia -. Il tema dei vitalizi Ars sui cui mi sono dimesso rimane per me un principio irrinunciabile, ho rinunciato a posizione potere. Ho avuto attestati di stima dalla gente comune ma anche perplessità da parte di alcuni colleghi che non hanno capito la mia scelta. Ma questo poco importa. La mia lotta non era contro Miccichè ma contro quelle posizioni che incarnano un vecchio modo di fare politica”.
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