Il fine settimana di lavoro intenso è finito ma degli esiti ancor anon c’è traccia. A parte congressi, incontri, elezioni di coordinatori locali di singoli partiti, non c’è traccia di possibilità di intese sulle candidature unitarie per i presidetni dei sei Liberi consorzi in vista  del tavolo regionale del centrodestra che tornerà a riunirsi soltanto martedì. L’idea è quella di sancire, finalmente, un accordo proprio sui candidati presidenti dei sei Liberi Consorzi che dovranno essere eletti il 27 aprile insieme ai consigli degli stessi sei Liberi Consorzi e delle tre Città metropolitane.

Che si parli di liste uniche è una chimera, ma almeno sui presidenti ancora si spera din trovare la quadratura del cerchio almeno stando alle dichiarazioni dagli esponenti del centrodestra siciliano. Tutti dicono la stessa cosa, tutti sostengono che alla fine l’accordo si troverà e che il momento di debacle ormai è alle spalle e c’è la volontà di trovarlo quell’accordo.

Decidere, o sarà troppo tardi

Ma i fatti continuano a dire altro. Al di la dell’ottimismo di tanti (qualcuno reale, qualcuno di facciata)  le previsioni dell’osservatore restano pessimistiche: ad oggi governa l’impossibilità di un accordo sui candidati presidenti.

Ma il tempo stringe ed è ora di decidere. Alle elezioni di secondo livello manca, ormai, poco più di un mese e fra le procedure di candidatura e quelle politiche non resta tempo per decidere. O si trova un accordo nell’arco di questa settimana, o al massimo entro metà della prossima, o qualsiasi accordo, trovato dopo, sarà quasi del tutto inutile-Se non cx’è accordo martedì ammesso che la riunione del tavolo si tenga) il centrodestra dovrà assumersi la responsabilità di mollare la presa e ammettere la sconfitta “diplomatica” lasciando liberà ai territori dove, è da considerarsi certo, gli accordi saranno variegati e molto diversi da loro abbattendo qualsiasi confine di coalizione. Questo perchè troppe liste civiche, troppi accordi locali “trasversali” rendono praticamente impossibile una sintesi regionale con questo genere di elezioni “ponderate”.

Perché l’accordo è quasi impossibile

L’accordo è quasi impossibile per almeno due fattori: uno tecnico ed uno politico. Il fattore tecnico è legato al sistema elettorale. A votare sono i consiglieri eletti nei comuni siciliani e lo fanno con un voto ponderato. insomma il voto del consigliere di una grande città è più pesante di quello di un piccolo comune. A candidarsi, invece, possono essere i sindaci con almeno 18 mesi di mandato residuo. Il fattore tecnico elettorale sta tutto qua: i possibili candidati che metterebbero d’accordo tutti spesso non hanno abbastanza mandato residuo, gli altri non piacciono oppure sono “incontrollabili perché figli di accordio trasversali locali ben lontani dagli equilibri regionali, di liste civiche o protagonisti di veri e proprio salti con l’asta da un lato all’altro di un’alta barriera politica.

Il secondo fattore, quello più politico (in fondo lo è anche il primo) è legato alla volontà. Tutto vogliono accordarsi ma nessuno sembra volerlo davvero  e così si bruciano nomi, si lanciano ipotesi e si continua con il gioco ai veti incrociati naturalmente smentiti alla stampa.

Agrigento

Così quando ieri arriva voce che Agrigento potrebbe aprire la pista agli accordi con la candidatura del sindaco di Bivona, Milko Cinà, formalmente riconfermato nelle elezioni del 2022 con una lista civica ma espressione di Fratelli d’Italia proposto però sia dalla Lega che alla Dc e Noi Moderati, nel breve volgere di qualche decina di minuti arriva la smentita di Fratelli d’Italia che non ha mai fatto nomi ne steso accordi locali e si rimette al tavolo regionale.

Siracusa

A Siracusa altra voce e altra smentita. Il prescelto lì sarebbe Daniele Lentini, esponente di Noi Moderati e sindaco di Francofonte, Comune a nord del Siracusano, su cui, però, sarebbero emerse perplessità degli amici Dc anche perché negli ultimi tempi avrebbe avviato delle interlocuzioni con Fratelli d’Italia ma, secondo l’ex presidente della Regione, Totò Cuffaro non c’è stata alcuna frenata da parte del suo partito, quasi a ribadire che il patto federativo è ancora saldo con Saverio Romano. Ma se Cuffaro e Romano sono sicuramente saldi fra loro su Lentini i dubbi ci sono negli esponenti locali, eccome!

Ma Cuffaro, da par suo, fa notare che “c’è chi vuol far credere ci sian o frizioni”, insomma ha ben chiaro che è in corso un gioco non proprio pulito all’interno della coalizione. D’altronde lui lo ha sempre detto che con queste elezioni di secondo livello ognuno sarebbe andato per la sua strada alla fine.

Ragusa

Ragusa è l’altro territorio nel quale arrivano voci di accordo locale, ma anche in questo caso voci che appaiono difficilmente realizzabili. Il candidato potrebbe essere il sindaco dio Modica, maria Monisteri Caschetto, eletta nella fila Dc per succedere a Ignazio Abbate, parlamentare regionale proprio della Dc.

Ma se non si chiude fra Agrigento e Siracusa è difficile stringere su Ragusa. E poi sul nome qualcuno fa notare che Caschetto con Abbate non è più troppo vicina politicamente.

Enna, Caltanissetta e Trapani

C’è poi il doppio colpo Enna/Caltanissetta con la Lega che proprio ad Enna tiene il congresso quasi a confermare che è quello il Libero Consorzio nel quale alla fine si candiderà anche se richiesto da MpA. Per la lega è prioritario evitare di esporsi a Trapani dove ci sono i voti di Turano ma i suoi amici locali sono già stati al centro di una diatriba sugli accord fatti a sinistra per il sindaco. A Caltanissetta c’è la richiesta di Forza Italia alla quale gli alleati non vogliono dire di sì. Quindi se anche, per assurdo, si chiudessero gli accordi locali su Agrigento, Siracusa e Ragusa (ipotesi molto peregrina) con candidati di FdI, Noi Moderati e Dc, fra Forza Italia MpA e Lega sarebbe ancora un bel valzer tutto da ballare.