Un’Azienda Ospedaliera siciliana, in applicazione della Legge Madia, ha avviato la procedura volta alla stabilizzazione di personale precario dell’area della dirigenza medica.
Da tale procedura risultava esclusa una giovane oculista in quanto priva dei requisiti previsti dalla normativa vigente.
In particolare, la dottoressa è stata esclusa non essendo titolare di un alcun rapporto di lavoro a tempo determinato alle dipendenze della pubblica amministrazione ma potendo, di contro, vantare solo degli incarichi di collaborazione coordinata e continuativa (cosiddetti Co.Co.Co.).
L’oculista, pertanto, ha impugnato gli atti della suddetta procedura di stabilizzazione, notificando il ricorso all’Azienda Ospedaliera e al dottor A.L.M., risultato vincitore della procedura.
Il dottor A.L.M., rappresentato e difeso dagli avvocati Girolamo Rubino e Giuseppe Impiduglia, ha depositato apposita memoria, chiedendo la declaratoria di inammissibilità del ricorso e, in ogni caso, il rigetto dello stesso.
Nello specifico, gli avvocati Rubino e Impiduglia hanno sostenuto come il ricorso fosse inammissibile per difetto di giurisdizione, chiarendo che le controversie relative alla stabilizzazione dei rapporti di lavoro precari alle dipendenze di un’amministrazione pubblica rientrano nella giurisdizione del Giudice Ordinario, non trattandosi di veri e propri concorsi ma di procedure caratterizzate da una mera attività di verifica – da parte della P.A. – del possesso dei requisiti previsti dalla normativa di riferimento.
A sostegno di tali assunti sono stati citati recenti precedenti del Consiglio di Stato e della Cassazione.
IL TAR Sicilia Palermo, Presidente dottor Calogero Ferlisi, Relatore dottor Sabastiano Zafarana, aderendo alle tesi degli avvocati Rubino e Impiduglia ha dichiarato inammissibile il ricorso per difetto di giurisdizione.
Per effetto di tale sentenza, la procedura di stabilizzazione rimane efficace e l’Azienda Ospedaliera potrà procedere alle assunzioni in servizio.
Quello delle stabilizzazioni nel settore della sanità rimane un tema sempre molto ‘caldo’. Innumerevoli i professionisti a servizio di aziende sanitarie da anni e che non sono ancora stati stabilizzati.
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