Del ruolo dei medici di pediatria nella salute materna e infantile e della loro forza educatrice si è parlato oggi al convegno dal titolo “Un viaggio di gruppo per la promozione della Salute in area Pediatrica e nel Materno Infantile”, organizzato dalla Società italiana di psicologia (Sip). L’evento è stato incardinato nell’ambito della 18esima “Giornata del bambino e dell’adolescente nei luoghi di cura e del prendersi cura (2004- 2022)” che si è svolta oggi a palazzo Steri Chiaramonte di Palermo.

Professione medica da non separare da quella educatrice

“Non ci può essere salute materno-infantile, né buona sanità se si separa la professione medica dalla sua forza educatrice – ha detto uno dei relatori al convegno, Toti Amato, nella doppia veste di presidente dell’Ordine dei medici di Palermo e di consigliere della Fnomceo, la federazione nazionale degli ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri -. Educare e costruire salute sono due elementi dello stesso processo, in cui il ruolo dei professionisti è centrale per orientare la famiglia nei primi due anni di vita dei bambini. Si tratta di un investimento sui bisogni sanitari e sociali dell’adulto di domani, che si tradurrà in consapevolezza del proprio benessere e più sostenibilità del sistema sanitario”.

Lo sviluppo fisico del neonato come dovere del pediatra

“Ricordiamolo sempre – ha aggiunto Amato -, nessun bambino è uguale ad un altro, di ognuno potremo indicare un percorso di cura piuttosto che un altro, che non è solo corporale. Difficilmente si potrà contestare una prescrizione o la sorveglianza sullo sviluppo fisico di un neonato come dovere professionale del pediatra o di un gruppo multiprofessionale, minimizzare il valore educativo della presa in carico sì, quasi fosse una parte trascurabile della professione medica. In un processo di profonda trasformazione del sistema sanitario, che guarda finalmente con attenzione il valore insostituibile della medicina di prossimità e la multidisciplinarietà, è tempo di innovare anche il sistema formativo verso i migliori modelli educativi e di sanità integrata da affiancare a quelli sanitari”.

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