Vertice ieri nell’aula consiliare “Biagio Giordano” del Comune di Monreale per discutere di beni confiscati nel palermitano. Ad essere presentato un nuovo strumento che potrà tornare utile ai Comuni per velocizzare e utilizzare quindi i beni strappati a cosa nostra. Questo anche per superare i soliti atavici problemi legati ai tempi spesso molto lunghi per le assegnazioni. L’iniziativa rientrava nell’ambito del seminario sul tema “I beni confiscati sono beni Comuni”. L’evento, organizzato dalla prefettura di Palermo, in collaborazione con il Comune di Monreale, ha costituito l’occasione per approfondire il ruolo delle amministrazioni locali e dei soggetti esponenziali della società civile nella gestione dei beni confiscati, nell’ambito dei progetti di sviluppo del territorio.
Gli studenti di governance
In una prospettiva di collaborazione inter-istituzionale, sono stati esaminati gli strumenti di governance del patrimonio confiscato, con particolare attenzione al ruolo dei consorzi e delle altre forme gestione associata dei beni sottratti alla criminalità organizzata. In tale contesto è stato, inoltre, presentato lo “Schema di regolamento per la disciplina dell’utilizzo dei beni confiscati”, elaborato in seno al tavolo permanente sui beni confiscati istituito alla prefettura di Palermo. Lo strumento mira a favorire la valorizzazione e il riutilizzo dei beni confiscati a vantaggio delle collettività locali, in una logica di gestione partecipata ed attraverso il rafforzamento delle politiche di programmazione in ordine all’acquisizione, destinazione e utilizzo dei beni.
I partecipanti
All’evento, che ha visto la partecipazione di numerosi sindaci della provincia, erano presenti, oltre ai vertici delle locali forze di polizia, anche Michele Pennisi, arcivescovo di Monreale, e Giuseppe Marciante, vescovo di Cefalù, che hanno portato il loro saluto. Sono intervenuti, tra gli altri, Mariarosa Turchi, direttore generale Beni e affari generali dell’Agenzia Nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata, ed Enzo Bivona, docente associato di Economia aziendale dell’università degli studi di Palermo.
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