Arrivano i primi esiti dell’autopsia sul corpo di Roberta Siragusa. Gli avvocati di Roberta Siragusa Giuseppe Canzone e Sergio Burgio una volta finito l’esame hanno detto che il corpo presentava ampi segni di bruciatura nel corpo e nel volto.
“Un corpo dilaniato, come ha detto il gip e siamo molto provati per quello che abbiamo visto”, ha detto l’avvocato Canzone che ha assistito all’autopsia.
“Dobbiamo attendere l’esito degli esami istologici per stabilire le cause della morte. Dall’esame autoptico sono emerse – ha affermato Manfredi Rubino il consulente nominato dagli avvocati che assistono la famiglia di Roberta Siragusa – gravi ustioni a livello del tronco, del viso e degli arti superiori e una parte degli arti inferiori. Non è ancora sufficiente per stabilire le cause della morte. La lingua protrusa può presentarsi nei casi di strangolamento, ma non è il caso in specie”.
L’esame sul corpo di Roberta è iniziato alle 15 ed è stato eseguito dal medico legale Alessio Asmundo ha iniziato l’esame per rispondere alla domande rimaste senza risposta nell’indagine sull’omicidio della diciassettenne Roberta Siragusa.
Prima è stata eseguita una Tac “total body”, poi l’autopsia.
Il giudice delle indagini preliminari di Termini Angela Lo Piparo ha incaricato il docente di Messina di fare tutti gli accertamenti necessari che sono stati eseguiti al Policlinico della città dello Stretto.
All’autopsia hanno partecipato anche i consulenti nominati dalla difesa di Pietro Morreale, il fidanzato accusato dell’omicidio, e quelli della vittima, che sono Stefania Zerbo e Manfredi Rubino nominato dagli avvocati Giuseppe Canzone e Sergio Burgio. Ieri, l’avvocato Giuseppe Di Cesare ha rinunciato al mandato, l’indagato ha nominato l’avvocato Gaetano Giunta.
Una prima relazione del medico legale, sul luogo del delitto, aveva parlato di “volto tumefatto, specie nella regione orbitale laterale sinistra”, un passaggio che i pm avevano riportato nel provvedimento di fermo. Adesso la salma di Roberta è in viaggio verso Caccamo.
Le ipotesi investigative
Roberta potrebbe essere stato colpita al volto dal fidanzato, e poi forse strangolata. L’assassino non si è fermato, ha bruciato la parte superiore del corpo della giovane. Ha scritto la gip nell’ordinanza di custodia cautelare: “Può ritenersi che Morreale, mosso da una fortissima gelosia e da un sentimento morboso maturato nei confronti di Roberta, l’abbia uccisa dopo aver tentato un approccio sessuale e poi le abbia dato fuoco, abbandonandola nella scarpata”. Ha aggiunto la giudice: “Basta uno sguardo al corpo dilaniato di Roberta, nuda nella parte superiore del corpo, con i jeans slacciati, con il volto tumefatto, con il cranio ferito (forse con i capelli rasati) ed in parte bruciato, a tradire uno spessore criminale che va immediatamente contenuto”.
Angela Lo Piparo ha chiesto di verificare se quei capelli rasati siano stati un ultimo sfregio per Roberta, “in una orribile manifestazione di disprezzo e svilimento della sua identità femminile”.
Le contraddizioni
Il giudice ha sottolineato diverse contraddizioni nelle indicazioni fornite dal giovane e dai suo familiari, ha scritto: «Pietro Morreale ha trascorso con Roberta Siragusa gli ultimi senz’altro tragici momenti della sua vita.
Il giovane ha detto di non averla uccisa ma, seppure in un coacervo di dettagli ancora da chiarire, il compendio probatorio a suo carico è estremamente grave. Roberta ha il corpo dilaniato, è privo di vestiti dal tronco in su e non è totalmente bruciato. Roberta si sarebbe dovuta dare fuoco dopo essersi denudata in parte ed abbassata i pantaloni, ciò che appare assolutamente inverosimile”.
Gli altri accertamenti
Sono stati disposti anche accertamenti sull’auto di Pietro Morreale, gli esperti del Ris, che domani parteciperanno pure all’autopsia, sono alle ricerca di tracce di sangue. Con quell’auto, Morreale trasportò il corpo della fidanzata sulla montagna del belvedere di Caccamo.
Terminata l’autopsia, la salma verrà restituita alla famiglia. Roberta tornerà a Caccamo. Ad attenderla un intero paese che già si è stretto attorno alla famiglia.
Sequestrata la casa di Pietro Morreale
La casa di Pietro Morreale è stata posta sotto sequestro dalla procura della Repubblica di Termini Imerese.
Nell’abitazione ci sono i sigilli apposti dai carabinieri dopo i rilievi eseguiti dal Ris. Per diverse ore l’appartamento dove risiede la famiglia del giovane accusato dell’omicidio è stata passata al setaccio dai militari.
Rilievi ancora nella zona del campo di calcio e nell’auto la Fiat Punto del fidanzato.
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