Neanche agli animalisti convince l’ordinanza emanata dal sindaco di Palermo Roberto Lagalla per la tutela dei cavalli. In un documento le associazioni parlano di “presa in giro” per i paletti posti che non riusciranno, a loro dire, a tutelare l’animale. La firma è di Lida Palermo, Ridai la vita ad un Rott odv, Leal Lega Antivisezionista, Ediga, Sos Primo Soccorso cani e gatti onlus e I canuzzi di Marzia e Maria Onlus.
La richiesta di un tavolo tecnico
Anzitutto le associazioni hanno richiesto un tavolo tecnico all’assessore Rosi Pennino alla presenza del sindaco Lagalla, degli assessori Forzinetti e Carta e dei vertici Asp. “Non gradiamo che la nostra intelligenza venga offesa con l’ordinanza emanata ieri – attaccano le associazioni -. Seppur più completa rispetto a quella precedente dello scorso anno, si legge che il blocco è se ci sono 37 gradi nella fascia oraria tra le 13 e le 15. Nei giorni di allerta dalle 12,30 alle 16. Tecnicamente se ci sono 37 gradi alle 9 del mattino possono circolare”. Vogliamo e pretendiamo di capire la differenza dei 37 eventuali gradi alle 9 del mattino ed i 37 delle ore 14”.
La protesta
Le associazioni sono agguerrite e annunciano che se non verranno convocate scenderanno a protestare davanti al palazzo di città. si sta valutando l’organizzazione di una manifestazione nei prossimi giorni. “Ad ogni modo, riteniamo che la differenza dei gradi di temperatura esposta nell’ordinanza di Palermo – continua la nota – sia ben lontana dalle ordinanze di tutta Italia che mantengono lo stop delle carrozze trainate da cavalli intorno ai 30-33 gradi. Palermo, si fa riconoscere sempre ed in peggio, riceviamo commenti da tutti gli animalisti nazionali in cui affermano che la Sicilia non abbia cura e sia crudele nei confronti degli esseri senzienti. Come dargli torto?”.
Ipotesi ricorso al Tar
Gli animalisti fanno subito una premessa importante: “Nessuno di noi vuole che gli ‘gnuri’ perdano il lavoro. Sarebbe disumano. Vogliamo e pretendiamo che venga trovato loro un incentivo al fine di convertire le loro licenze in taxi o eventuali ape calesse. Saremo disponibili, se il caso ad impugnare l’ordinanza e chiedere sospensione e modifica al Tar. Siamo nel 2023 e non nell’ottocento! Possiamo sicuramente trovare un modo non crudele e che accontenti tutti senza sofferenza nel tramandare le nostre tradizioni”.
Cosa prevede l’ordinanza
L’ordinanza del sindaco si è resa necessaria “per tutelare il benessere degli animali, in considerazione delle elevate temperature che potrebbero causare problemi di salute agli equidi utilizzati nel territorio comunale per la circolazione delle vetture pubbliche”. Secondo quanto previsto nel documento, nel periodo compreso fra il 10 luglio e il 30 settembre, l’attività degli equidi non potrà superare le otto ore quotidiane. Limitazioni anche sul fronte del carico, che non potrà eccedere il doppio del peso del cavallo.
Pause e scorta d’acqua
A bordo, il proprietario del cavallo dovrà inoltre dotarsi di una scorta adeguata d’acqua, non inferiore a dieci litri. Limitazioni anche sui tempi di sosta, che dovranno essere dotate di una copertura realizzata in materiali idonei a proteggere gli animali dalla prolungata esposizione al sole. All’animale dovrà essere garantita una pausa di 15 minuti ogni due ore di lavoro.
Carrozze in giro fino a 37 gradi
Tema centrale dell’ordinanza ha riguardato la temperatura soglia oltre la quale gli animali si dovranno fermare nelle fasce di rischio. Secondo quanto previsto dall’atto firmato dal sindaco, nelle giornate con temperatura pari o superiore ai 37°, le carrozze si dovranno fermare nella fascia oraria dalle 13,00 alle 15,30. In caso di allerta meteo “rischio 3” (ovvero allerta rossa), diramato con bollettino dal Dipartimento della Protezione Civile, il divieto di circolazione è esteso nella fascia oraria che va dalle 12,30 alle 16,00.
Multe dai 25 ai 500 euro
Previste sanzioni amministrative in caso di violazioni all’ordinanza. Multe che saranno inflitte ai sensi dell’articolo 7 del decreto legislativo 267/2000. Fonte primaria che già ha ispirato la precedente ordinanza e che prevede al suo interno l’applicazione di una sanzione amministrativa pecuniaria dai 25 ai 500 euro. Ciò, si legge nell’atto del sindaco, “salvo che il fatto costituisca reato”.
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