“E’ troppo facile dire che sia stato Luca Palamara a fermare Di Matteo. Il sistema delle correnti si accordò su nomi diversi, e quella decisione fu ratificata dal plenum. Una sorta di manuale Cencelli e Di Matteo venne pretermesso”. Lo ha detto l’ex consigliere del Csm Luca Palamara a “Non è l’Arena”.

Palamara, al centro di innumerevoli polemiche sulla reale indipendenza della magistratura dopo inchieste partite anche da Siracusa, parla a ruota libera e si difende dalle accuse ‘politiche’ piovutegli addosso. La vicenda della mancata nomina dell’ex Pm del processo trattativa di cui parla Palamara riguarda gli incarichi diretti del Csm ma più di recente lo stesso Di Matteo ha lanciato proprio a Non è L’Arena la polemica anche sulla mancata nomina al Dap che invece riguarda una scelta del governo e più esattamente nella manid el Ministro della Giustizia.

Nino Di Matteo nel corso di una telefonata in diretta alla trasmissione “Non è l’Arena” condotta da Massimo Giletti aveva raccontato, all’inizxio di maggio, di essere stato d’accordo a ricoprire la carica di capo del Dap dopo un incontro con il ministro Bonafede.

Nino Di Matteo aveva ricevuto la proposta dal neo Ministro della Giustizia Alfonso Bonafede di dirigere il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria ma aveva chiesto 48 ore per decidere. Il giorno dopo decise di accettare, ma il Ministro della Giustizia Alfonso Bonafede gli disse che aveva cambiato idea. Durante quella trasmissione si fece intendere che l’offerta sarebbe venuta meno, dopo la reazione di alcuni boss detenuti al 41 bis, intercettati, preoccupati per la nomina di Di Matteo al Dipartimento per l’amministrazione penitenziario Una eventualità smentita con forza dal Ministro In seguito Bonafede aveva scelto un altro Capo Dap, Francesco Basentini che poi si dimise travolto dalle polemiche sulle scarcerazioni dei boss mafiosi. E dunque la polemica è tornata sul percorso in magistratura di Di Matteo, anch’esso stoppato

Ma Palamara ha parlato anche delle intercettazioni dalle quali si evince che la magistratura si era schierata politicamente contro l’allora Ministro dell’interno Matteo Salvini “Non c’era la volontà di offendere Salvini” ha detto l’ex consigliere del Csm riferendosi alla chat con un collega nella quale aveva scritto “va attaccato”, riferendosi a Salvini. Palamara ha spiegato che i consiglieri del Csm volevano tutelare i magistrati di Agrigento attaccati per aver indagato l’allora ministro dell’interno per il caso della Diciotti.

 

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