Firmata questa mattina al cinema “De Seta” ai Cantieri Culturali alla Zisa di Palermo la “convenzione dei diritti nel Mediterraneo”. Si tratta della carta che sancisce un patto tra i cittadini dei paesi del Mediterraneo per l’appunto per la creazione di una “rete permanente” di confronto e collaborazione in grado di “ridare centralità all’identità mediterranea” e farne uno “spazio creatore di umanità e di democrazia partecipata”.

Dopo la Carta di Palermo del 2015 che da qui afferma il diritto alla libera mobilità delle persone, la firma della Convenzione dei diritti del Mediterraneo rappresenta un nuovo passo importante per la costruzione di un Mediterraneo di Pace, in un momento di grandi tensioni internazionali.

I firmatari

Tra i firmatari: l’Imam di Sicilia Abdelhafid Kheit, Presidente delle Comunità islamiche di Sicilia; Emiliano Abramo, Comunità di Sant’Egidio Sicilia; Luisa Morgantini, Responsabile dell’Associazione “Assopace Palestina”; Orlan Yilmaz, Presidente Comunità Kurda in Italia; Spahic Ibrahim, International peace center/ Sarajevo Winter, Bosnia Erzegovina; Pollozhani Azis, Rettore Mather Teresa University Skopje, North Macedonia; Fabio Alberti, Comitato Nazionale “Un ponte per”, Roma; e Tonino Perna, vicesindaco di Reggio Calabria.

A sottoscrivere per primo il documento il sindaco della Città Palermo e della Città Metropolitana, Leoluca Orlando, che ha sposato l’iniziativa dell’associazione “Un’altra storia” insieme ai responsabili del “Forum italo tunisino” e dell’associazione internazionale “Agorà degli abitanti della terra”. Tra le linee operative già lanciate, una campagna per ottenere dall’Europa la creazione di un Erasmus del Mediterraneo e un marchio Mediterraneo per la commercializzazione dei prodotti comuni.

Un messaggio agli Stati

“Una convenzione molto importante, quella che si è firmata oggi, perché manda un messaggio agli Stati, un messaggio di rispetto per la persona umana e per la vita – ha dichiarato il sindaco Orlando -. Sono presenti 20 paesi del Mediterraneo, ma al tempo stesso anche alcune rappresentanze comunali, essendo i sindaci liberi di esprimere le proprie opinioni perché non hanno né esercito, né armi, né battono moneta. E questo li rende molto più liberi di potere promuovere i diritti della persona umana in un Mediterraneo che è diventato un punto di riferimento dei diritti. La mobilità umana internazionale ha fatto del Mediterraneo in qualche modo il termometro della capacità di rispettare i diritti di tutti e di ciascuno – ha aggiunto Orlando – che non vale soltanto per il Mediterraneo, soprattutto in questo momento in cui di grande attualità è l’accoglienza dei profughi dell’Ucraina”.

La convenzione da estendere

Il sindaco metropolitano ha inoltre espresso la volontà di estendere questa convenzione ai sindaci dell’evento “From Sea To The City” e al “Global Parliament of Mayors”.

“Questa convenzione testimonia la gioia e la voglia di osare, di vivere insieme”, ha detto in collegamento Riccardo Petrella, presidente di Agorà degli abitanti della terra, condannando le azioni di guerra in Ucraina.

Un anno e mezzo di lavoro per arrivare qua

“Il documento – spiega Alfio Foti coordinatore del progetto di Un’Altra storia – è frutto di un anno e mezzo di lavoro e 14 approfondimenti tematici. Vuole essere un PATTO tra i cittadini di questi Paesi per la creazione di una Rete permanente di confronto e collaborazione per la pace, i diritti, i beni comuni. Una rete, oggi, più importante e necessaria che mai”. “Qui oggi – aggiunge Emanuele Villa, presidente di Un’Altra storia – ci sono personalità che rappresentano religioni diverse e c’è chi in vario modo nella società prende l’impegno di lavorare sui temi dell’accoglienza e del dialogo per farne una pratica condivisa”.

“È un documento – dice Domenico Rizzuti del Forum italo–tunisino per la cittadinanza mediterranea – che vede il Mediterraneo proporsi come area di pace e confronto tra i popoli e pone il problema di superare le politiche e gli assetti istituzionali dell’attuale Europa per un’Europa Mesoregionale e multicanale a cerchi olimpici e non concentrici come oggi, in grado di tenere dentro anche le Regioni contigue che non ne fanno parte ma hanno identiche culture”.

Le adesioni

Attorno all’idea si sono ritrovati diversi sindaci sindaci di Sicilia e Sardegna, numerosi attori del Terzo settore e personalità della cultura e dell’associazionismo di venti Paesi: Israele, Palestina, Libia, Turchia, Libano, Spagna, Bosnia, Francia, Malta, Grecia, Iraq, Siria, Marocco, Egitto, Tunisia, Algeria, Albania, Macedonia, Kurdistan, Italia.

Hanno aderito al documento i sindaci: Francesco Italia di Siracusa; Michelangelo Giansiracusa Ferla (Sr); Fabio Roccuzzo di Caltagirone (Ct); Salvatore Pagano di Monterosso Almo (Rg), Roberto Ammatuna Pozzallo (Rg), Antonio Palumbo di Favara (Ag); Salvatore Quinci di Mazara del Vallo (Tp); Fabio Venezia di Troina (En); Antonio Diana, Stintino (SS). Alla giornata ha portato i saluti, tra gli altri, anche l’Arcivescovo di Palermo, Mons. Corrado Lorefice.

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