“Dobbiamo dirlo, lo Stato ha sbagliato le politiche energetiche”. Lo afferma, in modo perentorio, a Talk Sicilia, il deputato regionale del Mpa, Giuseppe Carta, presidente della commissione Territorio ed ambiente, in merito alla crisi del Petrolchimico, l’asset economico più importante del Siracusano e tra i più incisivi in tutta la Sicilia, in sofferenza per  il declino dei colossi che lo compongono, come l’Isab, che ha avviato un concordato preventivo, e la Sasol, che ha deciso un piano di esuberi.

I costi per le aziende

Secondo l’analisi di Carta, le aziende, che, comunque, hanno “avuto i sostegni dei Governi nazionali e regionali” per tenersi in piedi, soffrono per i costi energetici, i più influenti “per le raffinerie” nella lettura del deputato regionale del Mpa, nonché sindaco di Melilli. “Non ci sono incentivi sia nella produzione energetica sia nella vendita di energia” assicura Carta che aggiunge: “a questo bisogna sommare la tassazione, o meglio le sanzioni per le emissioni di CO2 in atmosfera”.

Le sanzioni

Il presidente della Commissione Territorio ed ambiente ritiene che tutto il sistema sia sbagliato perché, da un lato lo Stato impone delle prescrizioni ambientali salvo poi stangare le imprese. “Queste autorizzazioni costano tantissimo, poi c’è lo Stato che, per conto dell’Europa, passa con l’omino e va a sanzionare le raffinerie perché emettono”.

E dai dati forniti dallo stesso parlamentare, in altri paesi concorrenti, questi costi, sostanzialmente, non ci sono. “Abbiamo industrie che provano a raffinare ed essere competitivi in Europa e nel mondo ma che al tempo stesso partano da uno svantaggio importante, anzi con le soli sanzioni si arriva a pagare  circa 50 milioni l’anno” assicura Carta.

“La fine del Green”

E’ un fiume in piena il deputato regionale del Mpa che, addirittura, ritiene già fallito il Green deal come le auto elettriche, nonostante l’Europa ha fissato una deadline: niente più mezzi alimentati con energia fossile, benzina o diesel a partire dal 2035.  “Oggi il Green non va più perché le macchine elettriche – dice Carta – non hanno avuto quell’esito che si sperava avessero e si deve necessariamente utilizzare il carburante. Il sito di Priolo Melilli Augusta sforna benzina che per circa il 40% finisce nelle pompe di tutta Italia”.

“Blocchiamo il carburante”

Il presidente della Commissione Territorio ed Ambiente lancia la sua provocazione: bloccare i rifornimenti di carburante all’Italia per svegliare il Governo nazionale sulle politiche energetiche.  “E’ chiaro che abbiamo un ruolo indispensabile nella  mobilità italiana ma questo non basta per far comprendere quanto questo aspetto abbia rilevanza nazionale, motivo per cui, dico: blocchiamo la benzina allo Stato forse qualcuno ci darà conto e capirà cosa vuole dire e quanto vale la zona industriale per l’Italia”.

Ospedale di Siracusa, “Governo e Regione si mettano d’accordo”

Un altro tema caldo è quello del nuovo ospedale di Siracusa. Il parlamentare nazionale di FdI, Luca Cannata, nel corso di un suo intervento al Consiglio comunale di Siracusa, ha detto che il Governo nazionale attende risposte da Palermo per classificare la struttura come Dea di Secondo livello.

La sua presa di posizione è scaturita dopo che il deputato regionale di Forza Italia, Riccardo Gennuso, poco prima, aveva detto che l’iter si era bloccato a Roma.  “Che si mettessero d’accordo e facciamo questo ospedale” ha detto il deputato regionale del Mpa, che, però, ritiene superabile la questione. “Può capitare un disguido così come capitare anche di non chiarirsi pubblicamente”.