Forza Italia appare ancora scossa, specie quella palermitana, per l’arresto di ieri di Pietro Polizzi nell’ambito dell’operazione antimafia sul voto di scambio. Dopo il “mea culpa” del leader siciliano Gianfranco Miccichè, anche il coordinatore azzurro di Palermo Andrea Mineo non nasconde la sua amarezza ma al tempo stesso incredulità.
“Siamo sconcertati”
“Siamo sconcertati – dichiara Mineo – per quello che è accaduto oggi ma nessuno mai poteva immaginare una cosa del genere, perché avevamo curato, in maniera certosina, tutti gli adempimenti propedeutici alla formazione delle liste, come imposto dalle normative vigenti. Polizzi era stato candidato con altre forze politiche e risulta incensurato”.
Immagine del partito danneggiata
“Questa vicenda ha danneggiato l’immagine del nostro partito – sottolinea Mineo -. Per questo condivido la scelta del nostro coordinatore Gianfranco Miccichè di far costituire Forza Italia parte civile in caso di rinvio a giudizio di Polizzi. Il suo arresto, comunque, non inficia il lavoro fatto sui territori e all’interno della coalizione, oltre alla tenuta della nostra lista, che è costituita da amministratori, professionisti e componenti della società civile”.
La risposta alle polemiche
Mineo poi risponde alle altre forze politiche impegnate in questa campagna elettorale che addirittura hanno chiesto il ritiro del candidato sindaco Roberto Lagalla, appoggiato da Forza Italia: “Siamo sicuri della fiducia degli elettori, che vorranno dare a Palermo una prospettiva seria e stabile, dopo la fallimentare esperienza del centrosinistra. Sulla trasparenza delle candidature di Forza Italia, ai nostri avversari politici, ricordiamo che il nostro partito ha sempre combattuto la mafia con i fatti. Non c’è un partito che abbia agito come Forza Italia nella lotta contro la mafia e le leggi dei governi Berlusconi lo dimostrano”.
Il ritiro di Adelaide Mazzarino
Adelaide Mazzarino ieri ha ufficializzato, proprio per questa vicenda, il suo ritiro dalla corsa al consiglio comunale di Palermo La Mazzarino stava facendo la campagna elettorale a “braccetto” con Polizzi, arrestato ieri mattina perché accusato di aver chiesto i voti della mafia. “Queste cose non mi appartengono, la corsa finisce qui” sono in buona sostanza le parole della candidata al consiglio comunale.
L’inchiesta cosa ha fatto emergere
Pietro Polizzi sarebbe sceso a compromessi con la cosca mafiosa dell’Uditore per avere appoggio elettorale. È stato arrestato questa mattina con l’accusa di scambio politico elettorale mafioso. La sua prima elezione risale al 18 luglio del 2008, quando da esponente Udc fu eletto al consiglio provinciale di Palermo. Durante quei 5 anni fu anche nominato capogruppo del partito sostituendo Luigi Vallone, a quel tempo eletto sindaco di Prizzi. Il 21 maggio del 2012 fu invece eletto a Sala delle Lapidi, sempre nelle file dell’Udc.
Le accuse a Polizzi
Risalirebbe al 10 maggio l’incontro tra l’aspirante consigliere e Agostino Sansone durante il quale i due avrebbero stretto l’accordo in vista del voto di domenica. Il capomafia era intercettato e gli inquirenti hanno potuto ascoltare in diretta la promessa di appoggio alle prossime comunali in cambio dell’assicurazione del sostegno da parte del politico. In meno di due settimane i pm, coordinati dall’aggiunto Paolo Guido, hanno chiesto la misura cautelare. Il gip ha emesso il provvedimento in circa 4 giorni.
Commenta con Facebook