E’ allarme sovraffollamento a Lampedusa ma anche in altri centri. C’è, poi, un allarme nell’allarme legato alle condizioni dei bambini. E su tutto ci sono arrivi a raffica previsti dall’intelligence e una situazione difficile da fronteggiare visto l’aumento esponenziale degli sbarchi

Il Consiglio dei Ministri decreta lo stato d’emergenza

Per questo il governo certifica l’allarme nazionale sull’aumento degli sbarchi di migranti in Italia deliberando lo stato di emergenza in tutto il Paese, che durerà per almeno sei mesi. A portare la proposta in Cdm, di fronte all’incremento dei flussi attraverso le rotte del Mediterraneo, è stato il ministro per la Protezione civile e le Politiche del mare Nello Musumeci mentre nelle prossime ore, salvo eccezioni, potrebbe già spuntare il nome di un eventuale commissario con un piano di intervento: tra i possibili candidati, l’attuale capo del dipartimento per le Libertà civili e l’immigrazione del Viminale, il prefetto Valerio Valenti.

Soldi e poteri straordinari

Il provvedimento sbloccherà quindi fondi e poteri che permetteranno di gestire più rapidamente le criticità emerse con il moltiplicarsi degli arrivi, visto che dall’inizio del 2023 sono 31.200 migranti, registrando il +300% rispetto all’anno scorso, riempiendo tutti gli hotspot attualmente presenti nel Paese. Grazie ad un primo stanziamento di 5 milioni, e potrebbe arrivare nell’arco dei sei mesi fino a 300 milioni, punterà a creare nuovi posti per l’accoglienza, dai trasferimenti di migranti ai Centri di permanenza per il rimpatrio. Una delle priorità è quella di decongestionare l’hotspot di Lampedusa, il più affollato. Del resto la linea del governo già annunciata nei giorni scorsi era quella di creare nuove strutture e prevedere Cpr in ogni regione.

Una stretta alle norme contro i trafficanti di uomini

Non è l’unica partita che si gioca sul fronte dell’immigrazione. Un’ulteriore stretta alle norme già in vigore con il decreto Cutro si sta mettendo a punto in queste ore con gli emendamenti allo stesso dl in vista della sua conversione in legge. A fronte dei 21 emendamenti presentati dalla Lega, cinque da Forza Italia e quattro da FdI, si punta a compattare l’Esecutivo con un’intesa che sembra quasi raggiunta. La maggioranza sarebbe in dirittura d’arrivo per trovare la quadra su un’ulteriore stretta invocata dall’ex Carroccio e che riguarderà un dimezzamento dei tempi di verifica per il rinnovo della protezione speciale, da quattro a due anni. Ma anche regole più rigide per chi gode di questo status, affinché vi acceda solo chi ne ha effettivamente diritto. Ci sarebbe spazio di manovra anche per rendere l’interpretazione della protezione speciale più chiara, valutando con maggiore specificità i vari casi affinché siano evitati escamotage da parte di chi non ne ha diritto. Tra gli esempi citati in merito, quello di far decadere lo status di protezione speciale per chi rientra anche temporaneamente in patria. Anche i tempi di permanenza all’interno dei Centri per i rimpatri dovrebbero subire variazioni. Altri emendamenti puntano ad accelerare i tempi sull’eventuale riconoscimento della protezione internazionale e i provvedimenti di accompagnamento alla frontiera, attraverso una serie di semplificazioni burocratiche. Previsto anche il collegamento da remoto all’udienza di convalida per l’accompagnamento alla frontiera o il trattenimento nei centri di rimpatrio.

Gli sbarchi continuano

Nel Mediterraneo intanto gli sbarchi non si fermano, anzi. Nel fine settimana di Pasqua si sono intensificate le segnalazioni di barche in avaria e migranti in cerca di aiuto, con un crescendo di attività dei soccorritori che da venerdì a lunedì ha consentito di trarre in salvo circa 2mila persone alle quali si sono aggiunti altri 1.200 migranti per i quali le operazioni di soccorso sono in corso nello Ionio tra la Sicilia e la Calabria. Trentotto sono invece le vittime di due naufragi, uno al largo della Tunisia e l’altro in acque sar maltesi, e 18 i dispersi. Sea Watch ha inoltre avvistato un nuovo peschereccio con circa 400 persone a bordo avvistato poco fa in acque Sar maltesi: “abbiamo lanciato un mayday relay e monitorato la scena insieme a un aereo dell’Aeronautica militare italiana. Serve subito un’operazione di soccorso”, spiegano gli attivisti. Sulla rotta balcanica, invece, il ministro dei Trasporti Matteo Salvini chiede alla Slovenia di riattivarsi per “le riammissioni di coloro che vengono trovati a superare illegalmente il confine, altrimenti saremo costretti a reinstallare dei punti di controllo ai confini. Ognuno deve fare il suo”, dice.

La Sicilia palude alla scelta dello Stato d’emergenza

La decisione del Consiglio dei ministri di dichiarare lo stato di emergenza nazionale in materia di immigrazione è stata fortemente apprezzata dal presidente della Regione Renato Schifani che, infatti, in più occasioni l’aveva richiesto per affrontare un fenomeno già preoccupante e che non potrà che peggiorare con l’avanzare della bella stagione.

La Regione Siciliana sta facendo la propria parte, anche attraverso il dipartimento della Protezione civile regionale, ma necessita di tutto l’aiuto possibile, compreso, al più presto, un intervento concreto e organico da parte dell’Unione europea.

Proprio nel giorno di Pasquetta, funzionari e volontari della Protezione civile sono intervenuti per allestire due tendostrutture all’interno dell’ex hub vaccinale di via Forcile a San Giuseppe La Rena per accogliere i migranti in arrivo nelle prossime ore a Catania e nella Sicilia orientale.

 

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