• Interventi per i porti siciliani per 266 milioni di euro
  • Riflettori sullo scalo di Augusta
  • 111 milioni di euro per le Zes in Sicilia
  • “Voglio aiutare la Sicilia ed esprimere il massimo potenziale”
  • Ponte sullo Stretto è “opera necessaria”

“Nel Pnrr ci sono interventi per 266milioni di euro per i porti siciliani, mi auguro di riuscire a potenziare soprattutto il porto di Augusta perché quella deve essere la porta del Mediterraneo da cui entrare in Italia e in Europa”. Lo ha detto il ministro per il Sud Mara Carfagna nel corso dell’incontro con il presidente della Regione siciliana Nello Musumeci, a Palazzo d’Orleans, a Palermo. Il ministro nel pomeriggio è giunto in città dopo essere stato in mattinata a Messina per sancire la volontà di riqualificare la zona della baraccopoli.

“Voglio aiutare la Sicilia ad esprimere il massimo”

“Ho garantito al presidente Musumeci una interlocuzione attenta e disponibile – ha proseguito il ministro per il Sud –. La Sicilia può essere una regione fortemente competitiva in tutti i settori, dal turismo all’agroalimentare, dalla cultura alle energie rinnovabili. Non teme competitori, deve solo essere messa nelle condizioni di esprimere al massimo le sue potenzialità e voglio usare il mio tempo al governo per aiutare la Sicilia a farlo”.

Musumeci, “al lavoro per realizzare opere strategiche”

Il presidente della Regione, Nello Musumeci, dal canto suo ha sottolineato: “Le esigenze sono tante e non tutte sono state soddisfatte dal Piano nazionale di ripresa e resilienza. Stiamo lavorando di buona lena, servono progetti esecutivi e abbiamo elaborato un elenco di opere di media grandezza. Le opere strategiche purtroppo non sono inserite nel Pnrr, perché i tempi non sono quelli dell’Ue, ma noi continuiamo a insistere perché il ministero della Transizione ecologica da un lato e quello delle Infrastrutture dall’altro possano aprire un tavolo per consentire alla Sicilia di dotarsi di quell’impianto infrastrutturale indispensabile perché l’Isola possa finalmente diventare naturale piattaforma nel Mediterraneo”.

 

111 milioni di euro per le Zes in Sicilia

Il ministro per il Sud ha aggiunto: “Si parla tanto di sbarchi ma io quando sento parlare di sbarchi penso al commercio, ai traffici di merci, di materie prime che devono vedere poi consolidata una infrastrutturazione e la strategia delle Zes alla quale ho lavorato destinando una linea di finanziamento apposita, che ammonta a 630 milioni di euro, di cui 111 per la Sicilia”.

La Carfagna ah continuato: “Mi sono battuta affinché il Piano nazionale di ripresa e resilienza stanziasse delle somme significative al Sud e sono ben consapevole del ruolo che la Sicilia deve svolgere per diventare la piattaforma logistica dell’Italia, all’interno del Mediterraneo. Rappresenta il perno di una strategia di rilancio della vocazione mediterranea italiana e deve essere in grado di intercettare gli scambi commerciali e turistici che riguardano il Mezzogiorno”.

Riforma Zes avverrà a breve

Il ministro per il Sud ha proseguito sull’importanza della valorizzazione delle Zes, le zone economiche speciali. “Per valorizzare le Zes – ha sottolineato – ho voluto inserire questa linea di finanziamenti all’interno del Pnrr che prima non c’era e predisposto una riforma della governance che entrerà nel Dl Semplificazioni, che sarà approvato dal consiglio dei ministri nei prossimi giorni. Finanziamenti, governance, nomina commissari. È il cronoprogramma che ci siamo dati per le Zone economiche speciali”.

Ha poi proseguito: “Ci siamo occupati dei soldi e del potere e dopo l’approvazione del Dl semplificazioni, che contiene la riforma della governance nomineremo i commissari scegliendo non persone calate dall’alto ma persone che possano essere profondi conoscitori delle realtà territoriali in cui opereranno e che devono avere rapporti sereni con i presidenti delle regioni per svolgere al meglio il loro ruolo. Questo sarà il terzo step”.

“Zes straordinaria opportunità per crescita”

Poi il ministro del Sud ha aggiunto: “Le Zes, non ho problemi a dirlo, sono state una felice intuizione del ministro De Vincenti ma poi però sono rimaste sulla carta. Credo che siano una straordinaria opportunità per favorire la crescita e lo sviluppo di queste zone, è stato un errore non riempirle di contenuti”.

Sulla governance delle Zes è intervenuto anche il presidente della Regione Nello Musumeci che ha sottolineato: “Il ministro mi ha sollecitato un confronto che non avevo ricevuto dal precedente governo, ha manifestato la volontà di confrontarsi sulla nomina dei commissari, ci sono dei curricula in fase di valutazione al ministero, quindi, attendiamo”.

La visita al porto “Il governo punta molto sulla Sicilia”

Il presidente dell’autorità di Sistema portuale del Mare di Sicilia occidentale, Pasqualino Monti, nel pomeriggio ha accompagnato per una visita in porto il ministro per il Sud e la Coesione territoriale, Mara Carfagna. Dal terminal aliscafi, Monti ha illustrato alla Carfagna i lavori in corso nell’area portuale, a partire dalla stazione marittima ormai prossima al taglio del nastro.

“So che state facendo grandi cose – ha commentato la Carfagna – e sono felice di essere qui, all’interno di un simbolo del Mezzogiorno. I piani del governo sul sud sono elaborati, difficile raccontarli tutti. Posso dire che contiamo molto sul Mezzogiorno e, in particolare, sulla Sicilia in particolare, regione fortemente competitiva in tanti settori, tra cui la portualità. Potenzialità che vanno rafforzate”.

Nelle parole di Monti l’intento di procedere su una strada ormai tracciata: “Con il ministro Carfagna abbiamo discusso – ha detto Monti – di Mezzogiorno, soprattutto in chiave portuale, e di fondi. In particolare, dei Fondi Sviluppo e Coesione con i quali, oltre a finanziare il bacino da 150 mila TPL con i 39 milioni già pervenuti, vogliamo portare a termine quegli investimenti che ci consentiranno di terminare le opere del nostro piano industriale e di superare gli eccellenti risultati fin qui conseguiti. Ciò che nei nostri porti non si respira più è la rassegnazione”.

Ponte sullo Stretto “opera necessaria”

Il ministro Mara Carfagna ha parlato anche del ponte come opera importante. “Ritengo – ha osservato – che il ponte sullo Stretto sia necessario per rompere l’isolamento che condanna la Sicilia ad una situazione di arretratezza, anche per l’assenza di un collegamento stabile tra l’Isola e la Calabria. Tra l’altro verranno meno con le opere finanziate le obiezioni avanzate in passato, quindi l’assenza di un raddoppio della capacità ferroviaria”.

Escluse soluzioni subacquee

“Dalla relazione consegnata dal ministro Giovannini e fatta dalla commissione nominata dal precedente governo – ha detto – emerge la necessità del ponte sullo Stretto, da quella relazione sono state escluse le soluzioni subacquee, restano in piedi le soluzioni ad una o tre campate”.

“Sembra ci sia volontà di assumersi responsabilità”

Il ministro poi ha aggiunto: “Quello che interessa è che pare ci sia la volontà, tranne qualche ormai esigua perplessità, di assumersi la responsabilità dell’avvio della costruzione del ponte. Se si arriverà alla soluzione con tre campate ci sarà bisogno di tempo ulteriore, ma definito, per lo studio di fattibilità. Se invece si dovesse optare per una campata si dovrà comunque lavorare a un adeguamento del progetto attuale il che porterebbe via dai 6 ai 7 mesi. Per lo studio di fattibilità parliamo di qualcosa in più”.

Raddoppio ferrovia Pa-Me-Ct entro 2026

C’è anche il tema del raddoppio ferroviario della tratta Palermo-Messina-Catania, nell’agenda del ministro Carfagna. L’obiettivo oltre a quello di consegnare le opere entro 5 anni e quindi entro il 2026 è quello di ridurre i tempi di percorrenza di 60 minuti su quelli attuali. I treni passano da quattro ad otto.

Ecco le sue parole. “Sui trasporti stiamo lavorando ad un intervento di potenziamento, di raddoppio della capacità ferroviaria della tratta Palermo-Messina-Catania che comporterà la possibilità di avere non più quattro, ma otto treni con una riduzione di tempi di percorrenza di 60 minuti sugli attuali. Erano interventi già programmati in passato – ha continuato – ma molti non sono stati realizzati e attuati. Il vantaggio di inserirli nel Pnrr risiede proprio nella necessità dell’obbligo di completarli entro il 2026, perché l’Unione europea condiziona l’erogazione delle risorse non solo sulla base della progettazione, ma anche sul rispetto di un cronoprogramma stringente. Questa volta c’è la garanzia della realizzazione e dell’attuazione”.