Il ponte Corleone sarà transitabile per i prossimi cinque anni. Questo è, in estrema sintesi, quanto viene fuori dalla relazione definitiva di Icaro Progetti, ditta incaricata dal Comune di Palermo di eseguire i controlli sulla struttura. Un documento di oltre cento pagine nel quale l’azienda ha però chiarito l’esigenza di alcuni interventi strutturali, alcuni dei quali da eseguire con priorità. Insomma, il ponte Corleone non sta bene ma non è nemmeno un malato terminale.

“Estesi fenomeni di degrado”

Ma come tradizione medica vuole, prima di curare il paziente, bisogna individuare le cause e i problemi che ne hanno causato il malessere. Fatto che i tecnici della Icaro Progetti fanno nel dettaglio, sottolineando l’inclemente azione del tempo sugli elementi strutturali del ponte Corleone. “Nello stato attuale il ponte è soggetto ad estesi fenomeni di degrado ancora in progresso e nonostante gli interventi recenti sui giunti si evidenziano ancora vistose e dannose infiltrazioni d’acqua che ne accelerano il degrado. Inoltre, alcuni elementi strutturali appaiono compromessi e necessitano opere di risanamento urgenti. In particolare, i ritti “A” in corrispondenza dell’intervento del 2002 lato Roccella presentano un elevato stato di degrado. Così come la trave tampone tra il pilastro 1 e il ritto A per tutti gli impalcati. Questa risulta la situazione maggiormente significativa nei riguardi della sicurezza”.

Condizioni patologiche inserite in un quadro di progressivo peggioramento, come quello avvenuto dal 2002 in avanti. “Tutta la campata di approccio, anche per le verifiche a flessione e taglio degli elementi più sollecitati presenta vistose carenze. Altre carenze dipendono dal degrado del calcestruzzo e delle armature per corrosione, in particolare per tutte le stilate gravanti sull’arco, nelle zone inferiori di incastro sugli arconi, e per le travi di bordo all’attacco con Ritti C e D. Alcune verifiche dei ritti inoltre segnalano coefficienti di sicurezza ridotti per questi elementi. Lo stato di degrado per carbonatazione e per dilavamento dovuto agli agenti atmosferici è diffuso ed è progredito in modo evidente confrontando le ispezioni del 2002, del 2009, del 2016-2018 ed attuali“.

Le ragioni della transitabilità

Eppure, come accennato sopra, il ponte Corleone non è in uno stato tale da non garantirne la transitabilità. Anzi, la Icaro Progetti sottolinea la resistenza della struttura. “Sebbene lo stato di degrado sia diffuso ed alcuni elementi presentino una maggiore vulnerabilità con coefficienti di sicurezza ridotti che compromettono l’attuale operatività del ponte, si deve riconoscere una certa robustezza complessiva della struttura, dovuta ai traversi continui nelle selle Gerber, alle luci limitate delle campate tra i ritti, ad un limitato ma efficace grado di iperstaticità della zona centrale dell’impalcato e alle dimensioni degli archi”.

Un fatto che ha fatto propendere i tecnici a concedere il certificato di transitabilità. “Tutte le verifiche di sicurezza sono soddisfatte con coefficienti di sicurezza maggiori dell’unità. Ma con la limitazione che l’arco temporale di validità delle valutazioni di transitabilità è in un periodo di riferimento di cinque anni. Resta inteso – sottolineano i tecnici – che la tempistica è da rispettare in modo rigoroso. Diversamente, occorre valutare se consentire o meno l’ulteriore esercizio del ponte“.

No alla demolizione del ponte Corleone

Una decisione salutata con positività dal mondo politico palermitano, che spinge per una veloce riapertura alle due corsie di marcia. Ma qualcuno non ha mancato di esprimere le proprie perplessità, anche sull’onda di una vox populi che, in tempi come questi, può rivestire una certa importanza. Eppure i tecnici, ragionando su una sintetica analisi costi-benefici, hanno preferito una soluzione conservativa rispetto alla demolizione/ricostruzione della struttura. 

“Una demolizione e ricostruzione del ponte porterebbe a forti impatti sulla Valle dell’Oreto (futuro Parco dell’Oreto) da un punto di vista ambientale – sentenziano i componenti del team della Icaro Progetti -. Un impatto eccessivo alla circolazione veicolare in una situazione con bassissima resilienza delle rete infrastrutturale, per cui una chiusura prolungata, anche parziale, di una sola carreggiata porterebbe a eccessivi disagi per gli utenti, in assenza di reali alternative per il traffico, tranciando di fatto il collegamento da Messina e Catania per Trapani e con l’aeroporto Falcone-Borsellino di Palermo creando un caos irrisolvibile nel traffico della città”.

Fatto a cui si unisce un altro elemento non indifferente, ovvero quello delle risorse finanziarie necessarie. “Naturalmente ciò va correlato con la situazione che emerge dalle verifiche di sicurezza, la quale non giustificherebbe un tale dispendio di risorse. Per quanto sopra, la situazione complessiva del ponte fa protendere per un intervento integrale di risanamento conservativo delle strutture o anche di adeguamento strutturale alle norme attuali. Tale situazione è di gran lunga preferibile ad una parziale o totale demolizione e ricostruzione del ponte, che per la situazione attuale non è certamente giustificabile”.

Ponte Corleone transitabile per i prossimi cinque anni

Una relazione che, in definitiva, ha consentito di sottoscrivere la transitabilità del viadotto di viale Regione Siciliana per i prossimi cinque anni. Nella relazione finale della Icaro Progetti sul ponte Corleone, viene confermato quanto emerso dal vertice in Prefettura. “La transitabilità è soggetta alle seguenti restrizioni d’uso – scrivono i tecnici -. Due corsie di veicoli di 3,5+3 metri per una larghezza massima totale di 6,5 metri, disposte centralmente per ogni carreggiata”. Regole differenziate per le due diramazioni della sede stradale. Quella di destra dovrebbe essere destinata ai veicoli a pieno carico di 44 tonnellate, mentre quella di sinistra ospiterà i mezzi fino 7,5 tonnellate. Imposto il divieto di sorpasso tra automezzi pesanti, adeguatamente segnalato prima dell’attraversamento, e controllo del carico massimo transitante”.

Abbassato il limite di velocità, che scenderà a 50 km/h. Termine perentorio sul quale il Comune dovrà garantire la debita vigilanza. “La velocità dei mezzi che transitano sul ponte dovrà essere limitata ad un massimo di 50 km/h, che dovrà essere ampiamente segnalata e controllata. La limitazione della larghezza delle corsie ad un totale di 6,5 metri dovrà essere fisicamente realizzata lungo tutto lo sviluppo del ponte, impedendo l’ingresso di automezzi nelle zone laterali alle due corsie e dovrà essere guidata da dispositivi di ritegno opportunamente disposti”.

 

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