“L’Unione Europea ha risposto come doveva in termini di solidarietà e di coesione. Questa è la prova che l’Europa rappresenta una garanzia e che l’ unità serve a tutti i Paesi. Certo è stato un percorso difficile e pieno di spinte contrastanti, ma alla fine l’Europa ne è uscita più forte. E l’Italia ha ottenuto 208 miliardi, buona parte dei quali in forma di sussidi a fondo perduto. Ha vinto l’Europa delle solidarietà e dei diritti contro l’Europa degli egoismi e questo rappresenta un grande risultato per il Partito Popolare Europeo, che ha fortemente voluto l’accordo raggiunto oggi. Adesso tocca all’ Italia assumere scelte di sviluppo e di responsabilità per confermare che il nostro è un grande Paese”.
Così il vicepresidente e assessore regionale all’Economia e presidente del gruppo interregionale per l’ insularità del Comitato Europeo delle Regioni, Gaetano Armao, in merito alla firma dell’accordo sul ricoveri fund.
“Occorre prima di tutto coinvolgere le opposizioni e determinare un clima di forte coesione nazionale, pur nella inevitabile divisione dei ruoli – ha aggiunto -. E occorre, dato che i fondi Recovery non saranno disponibili prima del 2021, utilizzare nel frattempo i 37 miliardi del MES e ogni altro fondo disponibile da subito. Mi impegnerò, nell’ambito dei miei ruoli, affinché le isole europee e la Sicilia possano ottenere un particolare riconoscimento nella locazione delle risorse”.
Conte ha spiegato che il Recovery Fund approvato “è davvero molto consistente: 750 miliardi, dei quali una buona parte andrà all’Italia, il 28%. Parliamo di 209 miliardi all’Italia. Abbiamo anche migliorato l’intervento a nostro favore, se consideriamo la proposta originaria della commissione Ue e della presidente von der Leyen”. Il premier ha aggiunto che “abbiamo conservato gli 81 miliardi a titolo di sussidi e abbiamo incrementato da 91 a 127 i miliardi di prestiti”.
Conte ha chiarito che “ovviamente è giusto che ci sia un sistema di verifiche e che sia stato concepito in relazione all’implementazione dei progetti. Ma era una pretesa inaccettabile che il singolo Paese potesse esercitare diritti di veto. Non lo avrei mai concesso, non l’ho concesso e sono soddisfato del risultato raggiunto». Inoltre, ha rimarcato che “il Mes non è il nostro obiettivo, il nostro obiettivo è valutare lo stato della finanza pubblica e utilizzare i fondi che sono nel miglior interesse dell’Italia. Con l’accordo approvato oggi ci sono prestiti molto consistenti e molto vantaggiosi. Spero che questo possa contribuire a distogliere l’attenzione morbosa dal Mes”.
Conte ha ringraziato “tutti i ministri. Devo ringraziare anche le forze di maggioranza che, unite e compatte, hanno sostenuto l’azione del governo. Devo ringraziare anche le forze di opposizione, soprattutto alcuni esponenti che, pur tra le legittime critiche, hanno ben compreso l’importanza storica della posta in gioco”.
Il presidente del Consiglio ha poi lasciato Bruxelles al termine del Consiglio europeo. Il premier era giunto nella capitale belga nella serata di giovedì, per una maratona negoziale che si è protratta per cinque giorni, inclusa la scorsa notte. Conte, che era accompagnato dal ministro Enzo Amendola e dal suo consigliere diplomatico Pietro Benassi, sta facendo rientro a Roma.
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