E’ una Regione sempre più “vecchia” quella che emerge dall’analisi sul personale dipendente, che parte integrante del ‘piano di azioni positive per il triennio 2018-20’, approvato nei giorni scorsi dalla giunta Musumeci.
Su 14.468 dipendenti, l’85% ha un’età superiore a cinquant’anni: 10.092 nella fascia tra 51 e 60 anni, 2.129 oltre i sessant’anni. Sono soltanto 32 i regionali sotto i trent’anni, 140 quelli tra i 31 e i 40 anni, 2.075 tra 41-50 anni. Nel raffronto tra generi, prevalgono i maschi: sono 8.344; mentre le femmine sono 6.124.
Nei ruoli apicali le donne rincorrono gli uomini. Su un totale di 1.279 dirigenti, 884 sono maschi e 395 femmine. Per quanto riguarda l’anzianità di servizio, 1.737 dipendenti hanno superato i trent’anni, 6.134 sono nella fascia 21-30 anni, 1.044 in quella 11-20 e 2.217 regionali hanno meno di dieci anni di anzianità.
Sul fronte interno dell’organizzazione degli uffici stoppata la mobilità. “Questa mattina abbiamo ottenuto un nuovo stop alla mobilità dei dipendenti regionali, ma non siamo contenti di continuare a lavorare in questo modo, dovendo fronteggiare periodicamente i tentativi
dell’amministrazione di riorganizzare gli uffici senza criteri oggettivi e senza confronto con i sindacati”. È il commento di Gaetano Agliozzo e Clara Crocè della Fp Cgil, Paolo Montera e Fabrizio Lercara della Cisl Fp, Enzo Tango e Luca Crimi della Uil Fpl, dopo l’incontro che si è svolto oggi all’Aran Sicilia tra sindacati e assessore regionale per la Funzione pubblica, Bernardette Grasso, sul tema della mobilità dei dipendenti.
Cobas-Codir, Sadirs, Siad e Ugl, guidati da Marcello Minio, Dario Matranga, Franco Madonia, Fulvio Pantano, Angelo Lo Curto, Vincenzo Bustinto, Ernesto Lo Verso e Marcello Ficile hanno quindi contestato la mobilità straordinaria richiamata dall’assessore dal momento che la straordinarietà non può essere “la regola” ma può rappresentare un fatto meramente episodico già, peraltro, esaurito con i provvedimenti posti in essere negli anni passati.
“Prima di mettere in campo ogni cambiamento ribadiamo che occorre fare un aggiornamento dei fascicoli di tutte le professionalità presenti alla Regione. E’ un dato di fatto che abbiamo cercato di porre all’attenzione del governo. L’amministrazione non conosce quali sono le reali potenzialità della macchina amministrativa. Andare avanti e procedere con provvedimenti spot o semplici slogan non serve a rafforzare gli uffici che necessitano delle figure mancanti. I tentativi da parte della Regione di cercare soluzioni senza avere chiare le professionalità a disposizione rischia di vanificare gli sforzi e mortificare quanti già presenti tra gli uffici regionali potrebbero dare il loro contributo a rendere più efficiente la macchina burocratica”.
Lo dice Giuseppe Badagliacca segretario del sindacato Csa.
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