La Regione non paga nessuno o quasi. Resta paralizzato quasi il 70% della spesa pubblica in Sicilia. Lo stop sta per compiere sei mesi e le aziende che attendono pagamenti regionali sono ‘alla canna del gas’.

Succede per effetto del riaccertamento di crediti e debiti. completato per le somme proprie regionali ma ancora al palo per le somme di provenienza statale e comunitaria, che rappresentano la stragrande maggioranza delle risorse. In totale di tratta di 33 fonti da riaccertare per le quali tutto resta fermo.

Il pesante stop in carico all’Assessorato all’Economia

Il riaccertamento diventa, così, un ostacolo pesantissimo per i siciliani. Questo perché senza il passaggio burocratico dell’approvazione dei residui attivi e passivi la spesa resta ferma.

Un adempimento burocratico che significa congelare qualsiasi tipo di liquidazione collegata ad esempio alle imprese fornitrici di servizi o alla formazione professionale. Un’analisi impietosa arriva da un articolo di Nino Amadore su “Il sole 24 ore” in cui si parla di un governo regionale aggrovigliato su sé stesso. Vittima della sua tessa burocrazia.

Procedura standard che strozza

“È una procedura contabile standard – spiega Amadore – divenuta nell’isola un problema insormontabile”. In termini concreti con questo riaccertamento dei residui attivi e passivi si vanno a rivedere debiti e crediti in capo alle casse della Regione. Sulla base di un ben preciso meccanismo si ha contezza delle risorse che possono essere spese dal bilancio. “Per tutto quel periodo – aggiunge il giornalista – non possono essere utilizzati per fare pagamenti. Non solo: sempre nello stesso periodo non è possibile, per vari assessorati, procedere con nuovi impegni di spesa”. Sulla base dell’analisi fatta dagli addetti ai lavori tra bilancio, riaccertamento e ferie estive la spesa della Regione resta quasi sempre bloccata. Ci sono al massimo 2 o 3 mesi per poter fare i dovuti pagamenti.

Spesa ingessata, formazione boccheggia

La spesa regionale è stata sbloccata ma solo in parte. E la parte che può adesso essere erogata riguarda i grandi investimenti ma quasi mai i pagamenti attesi dalle imprese siciliane in difficoltà. Così settori come la Formazione professionale e le aziende fornitrici dell’amministrazione regionale in molti settori dai beni ai servizi, restano in attesa dei saldi di spese risalenti negli anni oltre che quasi per intero le somme fatturate nel 2022.

In ballo mezzo miliardo

L’assessorato dell’Economia aveva annunciato il completamento del riaccertamento dei residui passivi relativi al 2022, reimputando al bilancio 2023 della Regione Siciliana una somma totale di quasi 500 milioni di euro lo scorso 3 maggio. Ma precisava: “Si tratta di spese a valere interamente su risorse regionali, utili a saldare numerosi impegni nei confronti di imprese e fornitori per lavori e per l’acquisto di beni e servizi”. Il riaccertamento si conclude in anticipo di ben tre mesi rispetto all’anno scorso, determinando lo sblocco di centinaia di voci di spesa, per l’ammontare esatto di 486.515.021,39 euro. Con una ricaduta concreta nel tessuto socio-economico siciliano. Si citano, a titolo esemplificativo, le spese per il personale e quelle per le imprese del trasporto pubblico locale. Saranno ora i dipartimenti regionali a liquidare le poste di propria competenza.

Nel 2002 a novembre

Lo scorso anno da evidenziare che la giunta regionale ha approvato il riaccertamento dei residui attivi e passivi solo a novembre. In totale di 52 mila ‘partite’ per oltre 100 mila poste di bilancio. E’ quel che ha consentito al governo Schifani di avere un quadro chiaro sui crediti esigibili o inesigibili e sulle spese realmente fatte in base agli impegni assunti.

Le puntuali contestazioni della Corte dei Conti alla Regione

Da considerare che poi la Regione deve anche misurarsi con il giudizio ella Corte dei conti. Che è quasi sempre implacabile. Ed anche questo diventa un problema di carattere burocratico che incide poi nella lentezza della spesa dei fondi. Ad esempio sempre alla fine dello scorso anno la Corte dei Conti contestò “spese irregolari” per circa un miliardo di euro.

La risposta di Falcone a Blogsicilia

Ammette il ritardo l’assessore regionale all’economia Marco Falcone “E’ vero, avevamo promesso di finire entro maggio e siamo in ritardo – dice l’assessore a BlogSicilia – ma è un lavoro gigantesco che riguarda ben 33 diverse fonti di approvvigionamento. Abbiamo però terminato la parte contabile  e trasmesso gli atti ai revisori dei conti e questo ci fa ben sperare di chiudere questa partita. Su circa tre miliardi e mezzo di residui impegnati dall’amministrazione, la Regione ha già pagato oltre il 50 per cento della mole di risorse sul tavolo. Non appena completeremo la totalità dei riaccertamenti, entro le prossime due settimane, sarà evaso tutto il resto della spesa. Certo, le tempistiche non sono soddisfacenti e restano incompatibili con i tempi di mercato di imprese e operatori privati, ma i dati 2023 sui pagamenti della Regione confermano una chiara inversione di tendenza rispetto agli ultimi anni che intendiamo assolutamente consolidare e rendere strutturale”, ha detto Falcone.

«Inoltre, rispetto al 2022 e agli anni passati – aggiunge l’assessore Falcone – abbiamo registrato finora nei primi quattro mesi 2023 un aumento della spesa pari a cento milioni di euro al mese. Vale a dire che la Regione ha già erogato, saldando i propri impegni, l’equivalente di un più 0,5 del Pil siciliano. Sono segnali significativi che, sebbene non ancora risolutivi, vanno tenuti in debita considerazione. L’anno prossimo, grazie alla digitalizzazione che stiamo attuando, anche con la correzione del sistema Score, puntiamo a rendere molto più efficiente e veloce la procedura di riaccertamento dei residui della Regione, con l’obiettivo di concluderla già entro i primi tre mesi del 2024», conclude Marco Falcone.

La nuova promessa

“I revisori dei conti – continua Falcone – ci dovranno dare risposta entro martedì. Questo ci permetterà di definire le carte e portare tutto in giunta. Contiamo di presentare il riaccertamento completo nella giunta del 29 giugno”

Di fatto anche il mese di giugno andrà via con la spesa bloccata. Se non ci saranno altri ritardi significa che la spesa potrebbe sbloccarsi intorno a metà luglio. Insomma nel 2023 la regione avrà un bilancio per poco meno di 5 mesi su 12. Una tragedia per il tessuto economico e produttivo dell’isola

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