Rinvio a giudizio per il deputato regionale palermitano Riccardo Savona per la vicenda dei presunti corsi truffa della formazione professionale. A confermarlo sono anche alcune note stampa dei parlamentari siciliani che chiedono le dimissioni del parlamentare dal ruolo di presidente della commissione Bilancio all’Ars.

La vicenda

La Procura chiese a suo tempo, ed ha ottenuto oggi, il processo per il presidente della commissione Bilancio della Regione. Le accuse nei suoi confronti sono “associazione per delinquere” e “truffa aggravata in concorso per il conseguimento di erogazioni pubbliche” proprio per avere ottenuto i contributi dalla Regione. Savona è sotto inchiesta per progetti e corsi di formazione riconducibili ad alcune associazioni e società cooperative e per i quali complessivamente sono stati ottenuti poco meno di 900 mila euro dal 2012 al 2019.

Le polemiche

“Basta – affermano i deputati del M5S all’Ars -, ora Savona deve fare un passo indietro. La Sicilia non può permettersi di continuare ad affidare la commissione Bilancio ad un imputato di accuse molto  gravi come quelle che pendono sulla testa del deputato di Forza Italia, specie alla vigilia dell’approvazione dell’ultima legge di stabilità di questa sciagurata legislatura. Sappiamo bene che  tutti devono essere considerati innocenti fino a sentenza definitiva, è anche vero pero che non si può sempre e comunque aspettare il terzo grado di giudizio, specie quando si è colpiti da capi d’accusa molto gravi e si occupano posti di grandissima responsabilità. Se vuole, Savona continui a fare il deputato, ma lasci la presidenza della commissione. E l’Ars faccia sentire la sua voce su fatti concreti come questo, e non solo in sterili dibattiti sulla questione morale, ricchi di belle parole ma poveri, poverissimi di fatti”.

Lo scontro con Fava

Lo scorso anno il deputato Riccardo Savona ha querelato per diffamazione il parlamentare Claudio Fava, presidente dell’Antimafia siciliana. Savona contesta la nota stampa con la quale, il 27 febbraio, Fava definiva “un precedente grave”, “la scelta del governo Musumeci di non costituirsi parte civile nel processo a carico del deputato Savona”.

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