È cominciata lentamente la discesa dei ricoveri Covid. Nell’ultima settimana monitorata, 5-12 aprile, il numero dei pazienti ospedalizzati è diminuito dell’1%. È quanto emerge dalla rilevazione negli ospedali sentinella della Federazione Italiana Aziende Sanitarie e Ospedaliere (Fiaso). Una settimana fa, invece, c’era stato un incremento del 3,6%.

Prima inversione tendenza dei reparti

Si tratta della prima inversione di tendenza dopo tre settimane consecutive nelle quali le ospedalizzazioni erano cresciute di pari passo con la risalita dei contagi. A diminuire sono stati i ricoveri nei reparti ordinari mentre nelle rianimazioni la situazione è rimasta pressoché stabile.

Occupazione intensive e reparti stabili al 5% e 16%

E’ stabile al 16%, nelle ultime 24 ore, l’occupazione dei reparti di ‘area non critica’ da parte di pazienti Covid in Italia (esattamente un anno fa era al 41%) e supera la soglia del 20% in 7 regioni o province autonome: Umbria (41%), Calabria (32%), Sicilia (26%), Basilicata (25%), Abruzzo (23%), Puglia (22%) e Sardegna (21%). E’ stabile anche l’occupazione delle terapie intensive al 5% (un anno fa segnava il 39%) e solo la Sardegna (al 12%) supera la soglia di allerta del 10%.

I dati dell’Agenas

Nel dettaglio, a livello giornaliero, i dati del 12 aprile 2022, dicono che l’occupazione dei posti nei reparti ospedalieri di area ‘non critica’ da parte di pazienti con Covid-19 cresce in 4 regioni: Liguria (al 17%), Pa di Bolzano (10%), Valle d’Aosta (11%) e Veneto (11%). Cala in 6: Basilicata (al 25%), Calabria (32%), Emilia Romagna (14%), Lazio (18%), Sicilia (26%), Umbria (41%). E’ stabile nelle restanti 11 regioni o province autonome: Abruzzo (23%), Campania (17%), Friuli Venezia Giulia (12%), Lombardia (11%), Marche (20%), Molise (17%), Pa Trento (11%) Piemonte (10%), Puglia (22%), Sardegna (21%) e Toscana (16%).

Intensive in crescita in 6 regioni

Sempre a livello giornaliero, l’occupazione delle terapie intensive da parte di pazienti con Covid-19 cresce in 6 regioni o province autonome: Basilicata (3%), Friuli Venezia Giulia (2%), Lazio (8%), Pa Trento (4%), Piemonte (4%), Umbria (9%). Cala in altrettante 6: nella Pa Bolzano (2%), Puglia (7%), Sardegna (12%), Sicilia (7%), Valle d’Aosta (3%) e Veneto (2%). Mentre è stabile nelle restanti 9: Abruzzo (al 6%), Calabria (9%), Campania (6%), Emilia Romagna (4%), Liguria (5%), Lombardia (2%), Marche (4%), Molise (8%), Toscana (7%).

Via libera alla quarta dose

Via libera in Sicilia alla seconda dose di richiamo anti covid19, che in sostanza sarebbe la quarta dose, con vaccino a mRNA. Si tratta dei vaccini Pfizer e Moderna. Sarà possibile sottoporsi all’inoculazione nei punti vaccinali attivi, a seguito dell’emanazione della circolare ministeriale dell’8 aprile 2022.

Chi ne ha diritto

Ad averne  diritto i soggetti over 80, gli ospiti di residenze per anziani e i soggetti tra i 60 e gli 80 anni con elevata fragilità, purché sia trascorso un intervallo minimo di 120 giorni dalla prima dose di richiamo, vale a dire la terza dose. Al momento tale indicazione non si applica ai soggetti che abbiano contratto l’infezione da covid19 successivamente alla somministrazione della terza dose.

L’Aifa: “Si potrebbe verificare riduzione di copertura del vaccino”

“Entra oggi in vigore dopo la pubblicazione in gazzetta, la raccomandazione a vaccinare gli over 80 con il secondo richiamo, o quarta dose. Nei prossimi mesi si potrebbe verificare una riduzione di copertura del vaccino, anche se dati ancora non pubblicati mostrano una tenuta proprio per questa fascia di età”. Lo ha detto il direttore generale dell’Agenzia Italiana del Farmaco, Nicola Magrini, alla conferenza stampa al ministero della Salute sulla prosecuzione della campagna vaccinale e la somministrazione della seconda dose di richiamo. Il richiamo era già previsto per i soggetti immunodepressi.