Al via un comitato tecnico con i rappresentanti indicati dalle 18 Srr siciliane per condividere gli sviluppi del sistema rifiuti della Regione Siciliana. È questa l’iniziativa proposta dall’assessore regionale all’Energia Daniela Baglieri e dal direttore generale del dipartimento Acqua e Rifiuti Calogero Foti.
Realtà siciliana non omogenea, “avviare nuovi impianti e pianificare”
“La realtà siciliana in materia di rifiuti non è omogenea, per questa ragione siamo in fase di costituzione di questo comitato tecnico – dice l’assessore regionale Baglieri – E’ chiaro che ognuno svolge un ruolo, ma dal punto di vista regionale noi abbiamo il compito di armonizzare interessi provinciali con quelli di sovrambito e al contempo con quelli nazionali. Nel brevissimo periodo – continua – da un lato occorre avviare nuovi impianti, dall’altro, questo sistema richiede una certa dinamicità nella pianificazione. Bisogna avere coraggio, ma ognuno deve fare i propri compiti a casa, altrimenti il tavolo non è equo”.
“Bisogna rivedere tutto il sistema e migliorarne la qualità”
E conclude l’assessore Baglieri: “Bisogna cercare di rivedere tutto il sistema, altrimenti andiamo solo a mettere “toppe”. Si deve rendere trasparente il rapporto con i cittadini, darsi degli standard e migliorare la qualità tecnica e contrattuale del servizio rifiuti. L’indirizzo è chiaro: ridurre termini e attese, ma nel rispetto della normativa vigente”.
Dai rifiuti va creata energia
Qualche settimana fa, ospite di una puntata di Casa Minutella, il programma prodotto da BlogSicilia, l’assessore Baglieri era intervenuta proprio sul caos rifiuti in Sicilia esponendo la sua visione della situazione.
Dai rifiuti va creata energia, le discariche sono un modello superato e i termovalorizzatori da soli non bastano per risolvere il problema dei rifiuti nella nostra Isola.
Il progetto del governo Musumeci, di realizzare due termovalorizzatori in Sicilia, non basta. Questi impianti, infatti, non sono considerati “la soluzione” per eccellenza.
“Andiamo verso un altro modello che è il modello della differenziata – aveva spiegato Baglieri – per creare quella che si chiama economia circolare. Bisogna recuperare dal rifiuto l’energia e creare altri nuovi progetti. E’ una rivoluzione che impone anche un altro modo di intendere il concetto di rifiuto. Quindi, il termovalorizzatore non è una soluzione. L’ho anche detto altre volte. Il termovalorizzatore è uno degli strumenti affinché la filiera del rifiuto si chiuda. Il primo il primo passo è cercare di ridurre il rifiuto. Chiaramente serve prevenire il rifiuto e differenziare di più. Per questo motivo abbiamo finanziato tanti impianti di compostaggio che servono a cercare di trattare la differenziata e cercare anche di recuperare energia dai rifiuti. Alla fine, tutto ciò che non si può più differenziare e quindi soltanto il 10 per cento, dovrà finire in discarica. Questo è l’obiettivo che ci impone l’Europa, ed è una direttiva già acquisita a livello nazionale. A questo noi dobbiamo far riferimento”.
Rifiuti, cosa ci chiede l’Europa
Baglieri aveva concluso: “Dobbiamo lavorare a una gestione complessiva del sistema dei rifiuti, perché gli obiettivi europei ci impongono che a partire dal 2035 potremo portare in discarica solo il 10 per cento dei rifiuti. Attualmente mandiamo in discarica quasi il 50 per cento. Dobbiamo aumentare la differenziata e portarla al 65 per cento. Questo era già un obiettivo del 2012, ma quando il governo si è insediato abbiamo trovato una percentuale del 18 per cento”.
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