Ripartono i cantieri delle opere pubbliche siciliane. La Regione anticipa la fine del lockdown e vara un piano di ripartenza dei lavori pubblici che inizia già due settimane prima della fine dei provvedimenti che ci costringono tutti a casa. Un piano che prende il via lunedì 20 aprile e che, man mano, permetterà la riapertura di vari cantieri in base ad un preciso calendario concordato fra la Regione, le imprese e gli enti appaltatori come ANAS e Cas.

A comunicarlo con un videoclip sulla pagina Facebook istituzionale della regione è l’assessore alle Infrastrutture Marco Falcone che disegna anche il piano e la sua progressione.

“Cominceremo lunedì dal cantiere della frana di Letojanni – dice l’assessore – ma continueremo con i cantiere che riguardano le opere portuali a Castellamare del Golfo, a Sant’Agata di Militello e a Sciacca”.

Il passaggio successivo sarà quello dell’edilizia popolare “in provincia di Agrigento e poi a Giarre nel Catanese. Quindi le opere ferroviarie per la realizzazione della stazione metro di Fontanarosa a Catania e per quella di capaci nel Palermitano ma anche il nuovo via alle opere per la tratta ferroviaria Castelvetrano Trapani”.

“Numerosi i cantieri stradali che ripartiranno in base all’accordo raggiunto con Anas ma la regione ha dato il proprio via libera anche al Cas con una video conferenza che autorizza la ripartenza del cantiere per  la Siracusa Gela”

 

E intanto alla regione arriva una lettera dei sindacati degli edili. Fillea Cgil, Filca Cisl e Feneal Uil siciliane sollecitano alla Regione “un piano in due fasi”, per “la ripartenza in sicurezza del settore delle costruzioni”, da definire a attuare
attraverso una “cabina di programmazione e monitoraggio”,  partecipata da tutti i soggetti interessati,  come sindacati, associazioni datoriali, associazione dei comuni, stazioni appaltanti.

“Questo settore- scrivono Mario Ridulfo (Fillea), Paolo D’Anca (Filca) e Francesco Di Martino (Feneal)- resta strategico per qualunque ipotesi di crescita della Sicilia. Gli oltre 100 mila lavoratori interessati vanno intanto sostenuti attraverso il pagamento immediato degli ammortizzatori sociali. Le due fasi della ripresa devono poi assicurare, la prima la ripartenza, la seconda il rilancio”.

Nella fase del rilancio, per i sindacati, un ruolo importane possono avere i comuni “che possono diventare il soggetto- sostengono- a cui affidare il rilancio puntando sulla riqualificazione e sulla rigenerazione urbana e sociale, a cominciare dalle infrastrutture scolastiche fino al recupero e al decoro urbano, alla messa in sicurezza del territorio dai rischi idrogeologici, alla manutenzione delle strade e delle reti idriche”.

Alla Regione Fillea, FIlca e Feneal chiedono anche di “sostenere il lavoro regolare e il rispetto del contratto di settore”, di procedere alla “semplificazione burocratica” e al “potenziameno di strumenti come il Durc per congruità”, per il contrasto alle infiltrazioni mafiose.

Chiesti anche protocolli con Prefetture, Inail e Asp “per garantire presìdi e dispositivi di sicurezza nei luoghi di lavoro”. I sindacati rilevano il ruolo positivo a sostegno del settore svolto in queste settimane dal sistema bilaterale e dalle nove casse edili che, ad esempio, hanno erogato in questi giorni oltre 7 milioni di euro per l’Ape a oltre dodicimila  edili siciliani aventi diritto.

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