Due anni e mezzo di emergenza, circa 1200 bare a deposito e strutture del camposanto dei Rotoli ormai al collasso. Sono questi i numeri che descrivono l’emergenza cimiteriale che riguarda il capoluogo siciliano. Epopea iniziata addirittura a novembre 2019 e che, fino ai giorni nostri, è andata soltanto a peggiorare. Dati che si uniscono inesorabilmente alla mancanza di strutture, alcune ammalorate e che necessitano di manutenzione, altre che attendono da anni il via libera per la partenza dei lavori, leggasi il progetto del nuovo forno crematorio.

Uffici trasformati in depositi, lavoratori senza aria condizionata

Un numero di bare a deposito che, come sopra ricordato, ha raggiunto quota 1200 e che ha costretto il personale del cimitero dei Rotoli a riempire perfino quelli che, una volta, erano gli uffici amministrativi. Lo spazio è finito. Per i lavoratori al danno si aggiunge la beffa. Gli stessi infatti sono costretti a lavorare in pochi spazi, tra l’altro senza il sistema di aria condizionata, guasto già da un paio d’anni. Sotto la canicola, l’unica magra consolazione è quella dei ventilatori, quelli su funzionanti.

Sepolture della parte alta ancora in mezzo alle erbacce

Altro capitolo riguarda la parte alta del cimitero dei Rotoli, da mesi immersa fra le erbacce e le piante cresciute a ridosso della riserva naturale di Monte Pellegrino. Attualmente, il personale di Reset è impossibilitato a recarsi nelle sezioni della parte superiore del camposanto. Ciò a causa del mancato collaudo della rete della parte alta che non consentirebbe di lavorare in sicurezza. Il risultato è presto detto. Piante ovunque, con le erbacce che letteralmente impediscono l’accesso ai familiari dei defunti che, comunque, sarebbero costretti a superare le barriere architettoniche e i rifiuti riversatisi per terra. Un modo di certo poco cristiano di potere onorare i propri defunti.

La delibera di Giunta

Situazione d’emergenza dalla quale l’Amministrazione Lagalla prova ad uscire. Il 29 luglio scorso, la Giunta ha approvato una serie di misure atte a dare esecuzione ai progetti presentati al Governo nazionale. Lavori sui quali da Roma sono stati messi a disposizione circa due milioni di euro. All’interno di questi fondi sostenuti dal Ministero dell’Interno, 1,65 milioni di euro saranno destinati alle opere da porre in essere all’interno del cimitero dei Rotoli. Fra questi il reperimento di almeno 320 nuovi loculi e la riattivazione del vecchio forno crematorio, ko addirittura da marzo 2020.  Circa 350 mila euro saranno invece destinati per le opere di allaccio della fognatura al nuovo forno crematorio, la cui realizzazione è in fase di approvazione.

Obiettivo: eliminare le tensostrutture

L’obiettivo principale dell’Amministrazione rimane comunque quello di eliminare le tensostrutture. Capannoni posti nel viale della seconda entrata del cimitero dei Rotoli e tristemente diventati il simbolo del caos che ha regnato del camposanto negli ultimi anni. Dall’interno proviene un odore difficilmente descrivibile a parole, che scoraggerebbe chiunque ad entrare all’interno. Luoghi nei quali giacciono attualmente circa 300 bare, di cui una settantina censite. Alcune, le più fortunate, sono poste sui castelletti creati con i ferri innocenti, mentre altre sono state letteralmente posate sull’asfalto, con tutte le conseguenze del caso.

Fra queste, il danneggiamento di alcuni feretri. In particolare quelli in legno compensato dell’Opera Pia. Bare non dotate della rivestitura zincata o delle valvole per consentire una corretta areazione. Fatto che, unito alle alte temperature degli ultimi giorni, ha provocato il danneggiamento delle stesse. Situazione aggravata dal fatto che, le tensostrutture, hanno vissuto giorni migliori. All’interno si sono creati degli squarci nella copertura in plastica. Fatto che consente l’ingresso per esempio a colombi e ad insetti.

 

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