“Il tema della sanità appartiene al novero delle competenze concorrenti dell’articolo 117 della Costituzione. Da ciò nasce una sanità diversa da regione a regione. Questo è un punto strutturale, con una conseguenza tangibile, ovvero che, per fare un esempio, in Lombardia abbiamo un modello organizzativo diverso rispetto alla Sicilia. Dunque affrontare con grande rigore il tema dei Lep, come stanno facendo Antonio Tajani e Forza Italia, nel percorso dell’autonomia differenziata è un punto fondamentale”. Così il presidente della Regione Sicilia, Renato Schifani, nel corso del convegno “La salute come fondamentale diritto per una riforma della sanità”, promosso dal partito azzurro alla Camera dei Deputati, sul tema della sanità e dei Lep.
Cosa sono i Lep
I livelli essenziali delle prestazioni, abbreviato in Lep, sono quelli che l’articolo 117 della Costituzione vuole che vengano garantiti su tutto il territorio nazionale. Il compito di definirli spetta esclusivamente allo Stato, ma la loro realizzazione compete anche ai diversi enti territoriali, ovvero alle Regioni, alle Province e ai Comuni. La definizione dei Lep in alcuni casi è implicita in norme già vigenti, esistono una serie di ambiti in cui la legge dello stato nel corso dei decenni ha già affidato o delegato agli enti territoriali determinati compiti e questi sono tenuti a garantire il servizio. In una serie di altri settori invece non sono ancora stati individuati i livelli del servizio da garantire. Sono i servizi erogati in modo disomogeneo sul territorio nazionale (come quelli sociali e socio-educativi).
Pochi medici in Sicilia
“Altro tema importante è la mancanza dei medici – ha aggiunto Schifani -. In Sicilia abbiamo emesso un bando aperto e reclutato 120 medici da varie parti del mondo. E ne cercheremo ancora. Il problema è, purtroppo, un’errata programmazione universitaria che negli anni ha causato una carenza strutturale che paga tutto il Paese. Da parte del ministro Anna Maria Bernini c’è stata la condivisibile iniziativa di aumentare l’accesso alle specializzazioni. Però il tema rimane e, soprattutto al Sud, ci sono pochi medici che spesso emigrano al Nord o fanno i gettonisti”. Quanto alle liste d’attesa, Schifani ha osservato: “Quando mi sono insediato in Regione, ho trovato liste lunghissime. La prima cosa che ho chiesto è fare delle verifiche. C’è voluto del tempo, ma le liste d’attesa si sono ridotte ad un quinto, e oggi abbiamo liste di attesa reali”.
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