“Oltre due anni fa denunciavo allo stesso presidente della Regione l’esistenza di un sistema marcio all’interno dell’AST. Peccato che Musumeci non abbia vigilato per tempo, prendendo semplicemente atto oggi dei risultati delle indagini condotte dalla magistratura. Si tratta di un fatto gravissimo che non può e non deve passare in sordina”. A dichiararlo è il deputato regionale del Movimento 5 Stelle Luigi Sunseri a margine della Commissione Antimafia dell’ARS dove il deputato termitano è stato convocato alla luce delle reiterate denunce pubbliche sul sistema delle assunzioni nelle Partecipate ed Enti della Regione Siciliana.

“Atteggiamento da verginella di Musumeci”

“Oggi il presidente Musumeci – sottolinea Sunseri – si limita a dire che alla Regione c’è ancora parecchio malaffare. Ma oltre alla scoperta dell’acqua calda, ci si aspetterebbe la voglia e la capacità di vigilare sul malaffare. Un presidente che non si volti dall’altra parte quando il fatto succede, salvo poi svegliarsi con atteggiamento da verginella. È arrivato il momento di mettere un punto a tutto questo” – conclude Sunseri.

La convocazione in Antimafia Ars

Roberta Schillaci

Roberta Schillaci

“E’ bene che si faccia luce sulle partecipate – aggiunge la deputata antimafia Roberta Schillaci – che rappresentano una spina nel fianco del bilancio regionale se consideriamo che pochissime presentano bilanci in ordine. Sulla vicenda AST ascolteremo a breve i vertici del dipartimento e l’assessorato competente alla vigilanza. Il CDA dell’AST andava revocato già ai tempi della vicenda Ali Sicilia invece questo governo regionale non ha vigilato e neanche agito nella direzione dell’efficienza ed economicità. Comunque vedremo dopo le opportune verifiche” – conclude Schillaci.

La bufera sull’Ast, i nomi dei presunti “raccomandati” dalla politica

Ast e le assunzioni clientelari dei “raccomandati”, dall’ordinanza del Gip di Palermo vengono fuori nomi altisonanti. Uomini e donne che avrebbero trovato posto all’interno della società controllata dalla regione che si occupa di trasporto pubblico grazie, probabilmente, a qualche buono sponsor politico e non solo.

I finanzieri del comando provinciale di Palermo hanno eseguito un’ordinanza del gip del tribunale, su richiesta della Procura, nei confronti di 9 soggetti, indagati a vario titolo di corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio, turbata libertà degli incanti, turbata libertà del procedimento di scelta del contraente, falsità ideologica in atto pubblico, frode nelle pubbliche forniture e truffa aggravata ai danni dello Stato. L’indagine ruota principalmente su Ugo Enrico Fiduccia, 71 anni, direttore generale Ast, finito ai domiciliari.

Dall’ordinanza ecco i nomi che spuntano e che, secondo il Gip, potrebbero aver contato su una “spinta”: l’architetto Antonino Contorno, nipote del deputato regionale del Pd Antonello Cracolici; Teresa Salamone e Giuseppe Montalbano, ritenuti sponsorizzati dall’ex deputato e presidente dell’Ars Francesco Cascio; Alessandra Marino, considerata a sua volta vicina a Giuseppe Castiglione, già presidente della Provincia di Catania e parlamentare nazionale. Spunta anche fuori un nome che sarebbe stato sponsorizzato da Confindustria, tale Giuseppe Iacono, e anche Maria Clara Canzoneri ritenuta invece vicina ai noti costruttori Caltagirone.

Le intercettazioni e le querele

Ad essere emerso come Fiduccia abbia detto ad alcuni interlocutori che chi “comandava”, nel senso che sistemava all’interno dell’Ast con assunzioni, erano principalmente il presidente dell’Ars Gianfranco Miccichè e il presidente della Regione Nello Musumeci. Entrambi però hanno categoricamente smentito e annunciato querele: “Nell’ordinanza anzi si precisa la corretta del mio operato” rilancia Musumeci.

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