Dopo due anni di pandemia e il lento tentativo di ritorno alla ‘normalità’, lo scoppio della guerra in Ucraina.
Gli uomini di governo non nascondono la loro preoccupazione. E non lo fa neanche il Presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, che in una lunga intervista rilasciata a Repubblica Palermo, affronta numerose tematiche, parlando dello scenario attuale ma anche di cosa potrebbe accadere, non tralasciando il nodo della sua ricandidatura a Palazzo d’Orleans.
Un Musumeci a tutto campo dunque.

La guerra in Ucraina

Il governatore siciliano comincia esternando il suo stato d’animo rispetto a quanto sta accadendo in Ucraina, che non è poi così tanto lontana, con una riflessione sulla Sicilia: “La preoccupazione è grande per gli scenari di guerra che ci circondano. Non solo per la nostra regione, che per la sua centralità si ritrova nel cuore del Mediterraneo e nel crocevia di molteplici interessi strategici, ma per le sorti dell’Europa intera. Da questo momento in poi potrebbero cambiare gli equilibri complessivi e anche noi ci stiamo dentro. Temo per l’economia della Sicilia, già lungamente provata da due anni di Covid. Rischiamo di avere ripercussioni immediate sugli scambi commerciali e sul turismo che ci porteremo dietro per molto tempo”.

Lo scandalo che coinvolge l’Azienda Siciliana Trasporti

Impossibile non chiedere a Musumeci una dichiarazione riguardante il terremoto che ha coinvolto l’Azienda Siciliana Trasporti, partecipata al 100% della Regione. L’ennesimo caso di corruzione in casa nostra. Cosa poteva fare la Regione? Il governatore chiarisce subito: “La Regione, con l’assessore al ramo Armao, è intervenuta più volte sul presidente dell’Ast, evidenziando le anomalie. Li abbiamo persino convocati. E’ stata la sola volta che ho incontrato il direttore dell’Ast Fiduccia. Qui a Palazzo, insieme col presidente Tafuri. Gli dissi: “Lei è un…”. Lasciamo perdere, non ripeto il termine. “Lei non fa il bene dell’Azienda”. E al presidente ho detto che sbagliava a tenere il direttore al suo posto. Non avevamo prove concrete al di là delle diffuse voci sulla spregiudicatezza del direttore. Dal canto suo, la commissione Territorio all’Assemblea aveva prodotto tempo fa al presidente dell’Antimafia regionale svariati documenti di denuncia sulle assunzioni clientelari. L’Antimafia mi sembra che stia aprendo solo nelle ultime ore un’indagine. Non aggiungo altro”.
Eppure è stato tirato in ballo anche il nome del governatore. Musumeci spiega anche il perché di quel messaggio ricevuto da Tafuri: “Caro Nello, è tutto a posto”.
“Poveretti – dice il Presidente della Regione -, perdono solo tempo con me. Ci provano col fango ma non ci riescono mai. L’accusa di raccomandazioni e di favoritismi, se rivolta a me, sarebbe puramente risibile. Il presidente dell’Ast si riferiva alla chiusura del bilancio. Quanto al direttore, ho presentato l’altro giorno denuncia alla Procura”. E ancora: “Guardi, sta parlando con una persona che da eurodeputato prima e da presidente della Regione adesso non ha mai portato a casa una penna dall’ufficio. Un parlamentare che ha tenuto aperta una segreteria politica per spedire da lì i fax e non utilizzare neanche una stampante nelle sedi istituzionali. Si può essere o meno d’accordo con me, col mio operato. Ma una cosa credo sia universalmente riconosciuta: sono e resto una persona perbene, pronta a pagare un costo per difendere la linea del rigore”.

Il malaffare

A Musumeci viene chiesto poi quanto sia ancora radicato il malaffare tra le pieghe di questa Regione.
“Temo parecchio – risponde -, anche fuori dall’amministrazione regionale. C’è ancora tanto da lavorare sotto questo aspetto. Io ho combattuto una mia battaglia in questi cinque anni. Avrò compiuto forse degli errori, anche uno al giorno, nella gestione quotidiana dell’amministrazione. Ma non ho nulla da rimproverarmi da quel punto di vista.
Con la squadra di governo abbiamo messo alla porta mafiosi, affaristi, lobbisti improvvisati. Il fatto è che finché certa politica si illude ancora di trovare il facile consenso attraverso il sistema clientelare o con la distribuzione di posti di sottogoverno, anziché ricercare il voto di opinione attraverso il buon governo, temo che non andremo molto lontano”.

La sua ricandidatura e l’atteggiamento di una parte della maggioranza

Il governatore riferendosi a se stesso parla della sua “intransigenza”. E aggiunge: “Dovrebbe essere una garanzia per tutti. Per qualcuno potrebbe essere invece un limite. Punti di vista diversi, per carità. Dopotutto, essere intransigenti su alcuni metodi è più che necessario in una terra difficile come la nostra, Io mi sono imposto di non insistere sul tema della ricandidatura. Lascio che i partiti facciano le loro valutazioni. Vado avanti per la mia strada, continuo con gli assessori a concentrare le energie sul tanto che c’è da fare ogni giorno, aprendo cantieri fermi da anni, ci occupiamo dei fatti, insomma”.

“Amareggiato da alcuni atteggiamenti”

Cosa pensa Musumeci, dal punto di vista personale e umano, della ostilità di parte dei suoi alleati di governo?
Il Presidente della Regione prova, nuovamente, a spegnere le polemiche: “Non generalizziamo, per carità. La coalizione non si è ancora espressa. Ci faccia caso: non c’è un solo precedente in Italia di un governatore uscente che non sia stato ricandidato. Certo, alcuni atteggiamenti mi hanno amareggiato, lo ammetto. Ma sono anche sicuro di un fatto: se il centrodestra vorrà vincere dovrà restare unito”.

Una ricandidatura non scontata

Una ricandidatura che non appare così scontata, stando alle dichiarazioni di Micciché ma anche di altri. Il governatore glissa: “Desidero non parlare di questo tema, se permette. In politica c’è un tempo per ogni cosa”. Poi avverte: “Voglio solo sperare che ognuno di noi abbia imparato la lezione del 2012, quando la coalizione ha perso e ha fatto vincere Crocetta perché si è presentata divisa. Spero ancora che non si ripeta l’errore”.

La candidatura di Cateno De Luca

A correre per la Presidenza c’è poi Cateno De Luca, l’ex sindaco di Messina, agguerrito più che mai e che di certo, a Musumeci con le ha mai mandate a dire. Anche De Luca, in fondo, gravita nell’aria populista di centrodestra.
Musumeci taglia corto: “Non mi occupo dei desideri elettorali degli altri”.

“Sono un uomo coerente e leale”

E se Musumeci fosse espressione di una destra d’altri tempi? “Non più sintonizzata – gli viene chiesto – con le aspettative dei suoi alleati?”. Il governatore si descrive: “Sono un uomo coerente e leale. Se questi valori sono fuori tempo, ne prendo atto. E poi, la sintonia con gli alleati di centrodestra è stata ed è perfetta: mai un giorno di crisi in quasi cinque anni e solida stabilità. Non confondiamo l’attività di governo con le fibrillazioni della vigilia elettorale. Essere leale con gli altri e difendere la propria libertà, senza essere mai ricattabile. Questo ho imparato nel mio essere di destra. So io quanto mi sia costato fin da ragazzo, quando gli amici o i finti amici mi ripetevano: “Sei la persona giusta dalla parte sbagliata”. Oggi mi sono conquistato la libertà proprio grazie alla mia coerenza e alla mia fede politica. E a quella in Dio”.

“Non voglio occuparmi di candidature”

Giorgia Meloni si è schierata dalla parte di Musumeci. E alla domanda sulla posizione di Salvini e Berlusconi su una eventuale ricandidatura, il Presidente della Regione chiarisce: “Nulla è scontato in politica. Ringrazio tanto Giorgia Meloni per la fiducia espressa nei miei confronti e continuo ad avere buoni rapporti con tutti i leader del centrodestra, da Berlusconi a Salvini, da Cesa a Toti. Lo ripeto: non voglio occuparmi di candidature. E’ compito dei partiti farlo. Io continuo a lavorare ogni giorno per la mia terra”.

Il centrosinistra siciliano

C’è poi da tenere in considerazione lo stato di salute attuale del centrosinistra siciliano, che non è compatto. Questo potrebbe rappresentare un punto a vantaggio di Musumeci? “Non mi permetto di entrare nel campo avversario – risponde -. So solo cosa aveva lasciato il centrosinistra alla Regione prima che arrivassimo noi. Questo mi dà la certezza che non passerò alle cronache di Palazzo d’Orleans come il peggiore tra i presidenti della nostra Regione”.

La pandemia e la conversione dell’hub di Palermo in Centro congressi

Intanto Musumeci coltiva progetti ambiziosi. Appena annunciata la conversione dell’hub della Fiera del Mediterraneo in Centro congressi. Siamo usciti dall’emergenza Covid19? “Il Covid non è morto – avverte il governatore -. Circola ancora tra noi ed è fondamentale mantenere regole di prudenza. Detto questo, la situazione è migliorata e dobbiamo avviarci a un graduale ritorno alla normalità. Il centro hub di Palermo, lo ricordo, è stato momentaneamente ospitato all’interno dell’ex Fiera del Mediterraneo, in un momento di particolare emergenza ed esigenza. E, come gli altri hub vaccinali, per ora non sarà smantellato. Del resto, gli operai del cantiere per il centro congressi non vi entreranno prima del 2023. Nel frattempo, la strategia dei punti-vaccini anche in Sicilia sarà cambiata e troveremo altre idonee soluzioni. Adesso cominciamo a guardare al futuro con una speranza nuova”.

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