Guerra in Ucraina sempre più vicina alle coste siciliane. Un siluro anti sonar di profondità è stato rinvenuto sulla spiaggia di Rodia a Messina. Movimenti in acque italiane o internazionali a ridosso del territorio italiano
Siluro inesploso
Non si tratta di un residuato bellico ma di un siluro in uso attualmente alla marina militare moderna. Non è un’arma di attacco ma una misura difensiva che serve a rendere impossibile la localizzazione esatta di un sottomarino che ritiene di essere stato identificato da una unità navale nemica. Il razzo anti sonar è stato trovato intatto in spiaggia
I mezzi militari incrociano da giorni nel Mediterraneo
da giorni mezzi militari navali incrociano nel mediterraneo. Il 23 febbraio scorso a largo delle coste della Sicilia orientale, si è svolta l’annuale esercitazione antisommergibile dell’Alleanza atlantica conosciuta sotto il nome di “Dynamic Manta”.
Si tratta della più importante attività addestrativa aeronavale della NATO nel Mediterraneo e nel mondo, gemella della Dynamic Mongoose svolta nelle acque dell’Atlantico. Come di consueto, la base navale di Augusta, il porto di Catania e la base aerea di Sigonella, sono state al centro delle prove di guerra condotte da migliaia di militari e decine di mezzi di guerra di 7 sette Paesi Alleati.
Esercitazione formalmente in corso fino al 4 marzo
L’esercitazione è formalmente in corso fino a venerdì della prossima settimana e tra i navigli in azione nel mar Ionio fino al prossimo 4 marzo, si contano anche due sottomarini d’attacco a propulsione nucleare, appartenenti rispettivamente alla Francia e agli Stati Uniti d’America.
Augusta base tattica per mezzi navali nucleari
La base navale di Augusta, tra gli 11 porti nucleari d’Italia, è l’unica attrezzata in Sicilia ad accogliere il transito e la sosta dei mezzi navali a propulsione e capacità atomica di Stati Uniti, Francia e Regno Unito. Una circostanza confermata ufficialmente dalla Prefettura di Siracusa solo nel luglio 2018, data di pubblicazione del Piano di Emergenza Nucleare, dopo oltre un decennio di denunce e campagne d’informazione condotte da associazioni e comitati ecologisti e pacifisti nella quasi totale indifferenza delle istituzioni locali, regionali e nazionali.
Piano d’emergenza nucleare lettera morta
“Quel Piano di Emergenza, tuttavia, ad oggi rimane lettera morta – denuncia il Movimento No Muos – Nessuna esercitazione periodica è stata mai svolta per verificare l’adeguatezza del piano di emergenza, come invece imporrebbe la legge sin dal 1995 (art. 126, d.lgs. 230/1995) in attuazione delle direttive europee EURATOM in materia di radiazioni ionizzanti”.
Ignorato obbligo di informazione
“Dopo la pubblicazione del Piano sul sito della Prefettura di Siracusa, nessuna azione di sensibilizzazione pubblica è stata messa in campo – continua il Movimento No Muos – L’obbligo d’informazione rivolta alla cittadinanza è ad oggi disatteso dai Sindaci di Augusta, Priolo, Melilli e Siracusa, benché il Piano attribuisca a questi ultimi l’onere di ‘predisposizione della Campagna d’Informazione’ a fini di una ‘diffusione capillare del materiale informativo’ sulle conseguenze e sulle norme di autoprotezione in caso di incidente nautico-radiologico presso la rada e il porto di Augusta”.
Dati non resi pubblici per ‘segreto militare’
“La conoscenza di questi dati di monitoraggio ambientale è stata negata dal Comando di Marisicilia, opponendo il ‘segreto militare’ alla richiesta di accesso avanzata da Legambiente, Peacelink e dal Comitato No Muos – No Sigonella 1”.
Da Priolo una proposta di accoglienza
Intanto arriva una proposta di solidarietà, Accogliere due famiglie provenienti dall’Ucraina in ogni comune d’Italia. E’ la proposta che il sindaco di Priolo Gargallo (Sr), Pippo Gianni, ha presentato all’Anci nazionale e regionale. “Visto che i Comuni in Italia sono 7904 – sottolinea Pippo Gianni – potremmo dare ospitalità ad oltre 15mila famiglie che si trovano in difficoltà e necessitano di accoglienza e di conforto. Non possiamo mostrarci disinteressati rispetto a quanto sta succedendo in Ucraina e dobbiamo fare tutto quanto è nelle nostre possibilità, nella speranza che si arrivi presto ad una soluzione pacifica”.
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