“Sempre più vicino l’accordo tra Blutec e Invitalia sulla restituzione delle somme relative al
vecchio contratto di sviluppo, oramai revocato”. Lo dicono Gianluca Ficco, segretario nazionale Uilm del settore auto, e Vincenzo Comella, segretario della Uilm di Palermo, oggi al
ministero dello Sviluppo economico.

“Solo grazie all’accordo sarà possibile portare avanti il progetto di reindustrializzazione di Termini Imerese. Ma ci sono altri due passi fondamentali – spiegano Ficco e Comella -. La stipula di un nuovo contratto di sviluppo, sulla base del piano industriale che verrà sviluppato entro il 30 giugno, e la proroga degli ammortizzatori sociali. Su quest’ultimo punto urge un intervento legislativo del Governo nazionale, perché entro fine anno non tutti i settecento lavoratori di Blutec rientreranno. Se non saranno modificati i vincoli del decreto legislativo 148 del 2015, infatti, assisteremo a fine anno a un’ondata di licenziamenti”.

“Ci auguriamo – concludono i sindacalisti – che entro il prossimo incontro, previsto per il 18 luglio a Termini Imerese, l’accordo con Invitalia sia raggiunto e sia partito davvero il confronto sul nuovo contratto di sviluppo”.

 

“Non ci sono i parlamentari del M5S eletti a Termini Imerese, non c’è il principale interlocutore, il ministro Di Maio che diserta il primo incontro ufficiale su Blutec (ex Fiat) al Mise per spartirsi le poltrone dei sottosegretari a Palazzo Chigi. E’ una vergogna che va smascherata”. Così il senatore del Pd, Davide Faraone in una diretta Facebook con il deputato del Pd, Carmelo Miceli, davanti all’ingresso del Ministero dello Sviluppo Economico.
 “Siamo solo in due, con il sindaco di Termini e i sindacati ed è scandaloso perché quella di Blutec è una delle crisi aziendali più delicate del Paese e in gioco ci sono 700 posti di lavoro, 700 famiglie, un’economia dell’indotto e soprattutto lo sviluppo di un territorio a rischio di desertificazione economica. Insomma, mentre Di Maio ride, e non si capisce cosa ci sia da ridere, qui c’è da piangere”.