In una regione come la Sicilia con epidemia contenuta – fatta eccezione per alcuni focolai – è possibile effettuare studi di sieroprevalenza e sieroconversione. Lo rileva il Comitato tecnico scientifico per l’emergenza Covid-19 in Sicilia, in un parere trasmesso all’assessorato regionale della Salute sull’utilizzo dei test rapidi e dei test sierologici.
Secondo gli esperti “ci sono sufficienti evidenze scientifiche che sorreggono la validità e l’utilità di questi test rapidi in ausilio alla sierologia classica e ai tamponi rinofaringei”.
I componenti del Comitato, facendo esplicito riferimento agli asintomatici, rilevano in particolare che “in questi soggetti – si legge nel parere – andrà eseguito il test rapido con card come prima scelta. Se sia le IgM (immunoglobuline M) che le IgG (immunoglobuline G) risulteranno negative e il soggetto è a basso rischio allora può essere considerato non infetto, con sufficienti probabilità logiche e scientifiche”.
Il parere tecnico da una pare consente alla Sicilia di correre ai ripari sui ritardi che si sono registrati nell’ultima settimana sui tamponi e dall’altra di dare uno strumento importante a chi continua nella lotta al virus in prima linea.
Sono parecchi, infatti, i casi di tamponi fatti ma i cui esiti ritardano mentre si sono registrati perfino esiti smarriti. Nei giorni scorsi tanto l’assessore Razza quanto il Presidente della Regione avevano gettato acqua sul fuoco della polemica assicurando che anche a fronte di un tampone in ritardo quarantena, isolamento e cura partivano già a fronte di un caso sospetto diagnosticato con tac e sintomatologia. Ma restava il problema importante dei guariti per i quali si rischiava di ritardare ricovero o possibilità di uscire da casa e di soggetti sani che avevano finito la quarantena dopo essere rientrati, ad esempio,da un viaggio o per avere avuto contatti con sintomatici senza essere stati contagiati, che restavano (come ancora accade) in casa in attesa di un tampone che non arrivava.
Una situazione dovuta anche alla carenza di reagenti che rallenta le procedure nonostante l’aumento del numero di laboratori autorizzati a validare i campioni
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