Il presidente Musumeci a Casa Minutella

  • Pnrr, infrastrutture e politica regionale, i temi trattati dal Presidente
  • Musumeci conferma la sua candidatura nel 2022
  • La Sicilia chiede 4 miliardi per mettere in sicurezza la rete viaria
  • Per il presidente, la burocrazia siciliana non è in grado di gestire i fondi post Covid19

“Il 90 per cento del Pnrr è stato già impegnato e deciso dal Governo nazionale. Rimane una minima percentuale che viene messa a disposizione delle regioni, degli enti locali e della associazioni di categoria. C’è confusione: Roma deve decidere cosa fare.  La Sicilia ha avanzato alcune proposte a Palazzo Chigi e aspettiamo risposte. Vogliamo capire quante esigenze del territorio verranno raccolte dal governo centrale. Però ho paura che i tempi stabiliti da Bruxelles sul Pnrr non possano essere rispettati, proprio perché in Italia stiamo perdendo tempo”. Lo ha detto il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, intervenuto oggi alla prima puntata della 17ma edizione di CasaMinutella, il talk show condotto da Massimo Minutella.

Musumeci ha parlato della sua agenda politica da qui alle elezioni regionali dell’anno prossimo, intervistato dai giornalisti Mario Barresi (La Sicilia) , Alfredo Pecoraro (Ansa) da Manlio Viola (direttore di Blogsicilia) e dal direttore di Tempostretto, Carmelo Caspanello.

Musumeci: burocrazia siciliana non esiste più, riaprire concorsi

Sempre riguardo ai fondi che arrivano da Bruxelles per far ripartire l’economia nell’epoca post covid, Musumeci ha sostenuto che “la burocrazia siciliana non è in grado di affrontare la sfida del Pnrr per il semplice fatto che non c’è più una burocrazia siciliana. Alla Regione non si fanno concorsi dal 1991.  Per il presidente c’è un problema di competenze alla Regione e  in tutti gli enti locali. Servono concorsi”.

Musumeci: Sicilia vuole diventare la regione più green d’Italia

Per l’inquilino di Palazzo d’Orleans, inoltre, bisogna cambiare la qualità della spesa: “Serve concentrare la spesa su progetti importanti. Chi governa non può fare contenti tutti. I desideri non sempre sono diritti. Alla Sicilia serve un grande piano di sviluppo che vada dalla infrastrutture strategiche e sociali a quelle di tutela ambientale. Serve anche una svolta green. Vogliamo diventare la regione più green d’Italia e puntiamo a diventare la piattaforma hub per l’idrogeno”.

La viabilità in Sicilia è un inferno

Musumeci è stato chiamato in causa anche sul tema dei collegamenti autostradali. Per arrivare da Catania e Messina i tir devono arrivare sino a Buonfornello in provincia di Palermo e poi puntare sulla città dello Stretto. Una situazione che potrebbe durare sino a dieci giorni. Il presidente non ha nascosto la difficoltà del momento: “I tecnici stanno facendo il possibile per ridurre i disagi.  Ma non c’è solo la A18 in tilt, ci sono almeno altre criticità. Stiamo tentando di far diventare il Cas una cosa seria e abbiamo messo in cantiere lavori per decine e decine di milioni di euro. Ma non basta. Dobbiamo chiedere a Roma 3 o 4 miliardi per mettere in sicurezza la rete viaria dell’isola, sia quella statale, sia quella provinciale che è un disastro. Da quando hanno decapitato le provincie, la viabilità in Sicilia è diventata un inferno”.

Spazio anche alla politica regionale e agli scenari per il 2022. “Non c’è fermento, forse perchè i formaggi fermentati non mi piacciono” – ha detto il presidente della Regione siciliana Nello Musumeci- , riferendosi al dibattito politico in corso nel centrodestra. Il mio fermento è legato all’apertura dei cantieri, alla spesa europea, ad evitare che un solo centesimo della programmazione europea possa tornare a Bruxelles. Alla fine di questa legislatura voglio restituire una Sicilia migliore di quella che ho trovato”.  “Verrà il momento in cui i partiti dovranno decidere se ricandidare o meno il presidente uscente, ma in questo momento che fa parte della coalizione deve sostenere chi governa. Nella mia agenda politica il primo obiettivo è produrre fatturato di governo”.

Senza la pandemia non mi sarei ricandidato

“Se non ci fosse stata la pandemia avrei salutato, perché avrei realizzato il mio programma. La pandemia mi ha impedito di farlo e quindi saluto con un arrivederci, perché parteciperò alla prossima campagna elettorale”: per Musumeci, dunque, non è il momento di pensare alla campagna elettorale, perchè dal territorio siciliano “emergono molte criticità, antiche e nuove che abbiamo il dovere di affrontare e tentare di risolvere”.

 

 

 

 

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