il commento di miccichè sulla situazione della regione senza soldi

“Sicilia malato grave, o si cura o muore”, l’appello del presidente dell’Ars a Musumeci perché “chieda aiuto allo Stato e alle opposizioni” (FOTO)

“Da oggi comincia una nuova fase di responsabilità del Parlamento siciliano. Prendiamo atto che c’è un problema di bilancio enorme e continuare a cercare il colpevole è inutile. Basta col gioco al rimpiattino. Ora bisogna lavorare alla soluzione. Tentare di minimizzare la sentenza della parifica della Corte dei Conti sarebbe un errore. Dobbiamo trovare il problema e risolverlo invece di litigare sulle colpe”.

Gianfranco Miccichè è tranciante durante l’incontro con i giornalisti in occasione degli auguri per le feste.

“Questo governo è innocente? Non lo so. Lo spero – ha detto il presidente dell’Ars – ma non mi interessa più di tanto. Penso che sia però nelle condizioni di risolvere il problema che è enorme. Ma non potrà farlo senza una proficua interlocuzione con Roma. È tempo di guardare a tutto ciò che è stato sottratto alla Sicilia e ripristinare una situazione di sostenibilità”.

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E ancora: “Se io fossi il regista di un film che deve raccontare la situazione attuale della Sicilia lo racconterei con l’opposizione che chiede al governo soluzioni e collabora a trovarle e con un governo che non cerca colpe ma lavora per salvare il malato. Da oggi io non sono di centro destra o di centro sinistra ma parlo solo per la Sicilia che non può fallire”.

“Siamo ad un momento cruciale – ha puntualizzato Miccichè -. Il malato o si cura o muore”.

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Il presidente dell’Ars ha affrontato poi un tema che tanta indignazione suscita, quello dei costi della politica e del Parlamento siciliano nella fattispecie: “I costi dell’Ars sono scesi in questi anni – ha spiegato -. Quando siamo arrivati il Parlamento costava 143 milioni, siamo scesi prima a 139 milioni poi a 137,5 milioni e quest’anno chiuderemo a 137 milioni”.

“Il costo può scendere ancora – ha assicurato Miccichè – per il taglio ai vitalizi ma i 2 milioni circa di risparmio che ne deriva noi lo accantoniamo perché siamo convinti che a fronte di ricorso dovremo restituire questi soldi, il taglio non è legittimo, questa norma non si può fare. Nonostante ciò il taglio ci è stato imposto e quindi lo abbiamo fatto anche se siamo riusciti a far valere lo Statuto e abbiamo fatto una legge diversa da Roma”.

Miccichè ha poi risposto ad altre questioni: “Sono sicuro – ha detto – che ci siano problemi all’assessorato all’Economia, che non nascono dall’assessore, il ragioniere generale è un avvocato. Non ci sono più gli uffici, il meccanismo amministrativo della Regione è fallito. Non possiamo fare il bilancio”.

Poi, sulla presenza del governatore Musumeci ieri a Roma ha spiegato: “Non penso sia andato a Roma per parlare di conti, perché se ci va con l’assessore alla Sanità e lascia a Palermo Armao che si occupa di Economia allora c’è un problema”.

Miccichè ha infine informato i cronisti che La Fondazione Federico II ha trasformato in full time i contratti del personale. “Il numero di turisti e gli incassi sono talmente aumentati – ha concluso – che abbiamo bisogno di incrementare la pianta organica della Fondazione”.

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