Il governo regionale ha deliberato lo stato di calamità naturale per il settore dell’apicoltura siciliana, devastato dal consistente calo della produzione di miele causato dalle ondate di calore anomale che hanno caratterizzato la scorsa estate, con temperature che hanno sfiorato i 50 gradi.

Alla distruzione di interi apiari, inoltre, si è anche aggiunta quella dei “pascoli” estivi e autunnali delle api, al punto tale che gli imprenditori del settore sono stati costretti a intervenire con l’alimentazione straordinaria degli insetti, per consentire loro il superamento della stagione invernale.

Scilla “Diamo rispose ad un settore innovativo e di prospettiva”

“Diamo finalmente risposte concrete – afferma Toni Scilla, assessore dell’Agricoltura, dello sviluppo rurale e della pesca mediterranea – a un settore innovativo e di prospettiva, quello dell’apicoltura, che come l’agricoltura in generale è cardine dell’azione politica del governo Musumeci. Siamo riusciti ad essere consequenziali agli impegni assunti durante l’incontro, all’inizio di ottobre, con il comparto siciliano. Una realtà economica che conta circa duemila apicoltori e oltre 140 mila alveari, terza in Italia per numero di famiglie d’api e quantità di miele prodotto”.

A fine luglio l’appello di Unicoop in commissione

A fine luglio, il presidente di Unicoop Sicilia, Felice Coppolino, è stato ascoltato dalla Terza commissione Attività produttive dell’Ars, sulla grave crisi in cui versa l’apicoltura siciliana.

Migliaia di apicoltori in difficoltà

Disse in quell’occasione: “Non è più accettabile cercare di eludere il problema che coinvolge migliaia di operatori del settore, ai quali è necessario dare certezze per il futuro. Quindi abbiamo chiesto un intervento immediato e non più prorogabile di carattere economico, proponendo, altresì, d’inserire nel Psr (Programma di sviluppo rurale) la sottomisura 10.1.1: ‘apicoltura per la preservazione della diversità’. Un provvedimento che reputiamo indispensabile e per il quale ci batteremo, consapevoli dell’importanza di un comparto, come quello della produzione del miele siciliano, tradizione culturale e risorsa economica del nostro territorio”.

Ed in quell’occasione Coppolino richiese lo stato di calamità: “Infine faremo muro contro tutti coloro che, ad oggi, osteggiano palesemente l’attuazione dello stato di calamità. E su questo non accetteremo alcuna mediazione, ribadendo con forza che saremo sempre in prima linea a fianco dei lavoratori e dei produttori. Adesso è il turno della politica che non può più porre alibi, ma deve trovare soluzioni senza sé e senza ma. Il tempo delle parole ormai è scaduto. Si passi senza alcuna esitazione ai fatti”.

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