La proroga automatica delle concessioni fino al 2020 non è legittima. Per questo motivo la legge regionale siciliana così come l’intero sistema italiano di concessione dei lidi balneari non rispetta la normativa Europea

La Corte europea ha così bocciato la proroga automatica decisa dall’Italia per le concessioni demaniali marittime e in riva ai laghi fino al 31 dicembre 2020. Una scelta alla quale la Sicilia si era adeguata con propria legge regionale nonostante le polemiche durate per quasi due anni. C’è una evidente carenza di trasparenza che deve essere corretta.

Una sentenza che rimette in  discussione tutti gli affidamenti e crea le condizioni per un bando di affidamento per ciascun lido o per affidamenti su basse locale con concessioni comunali. Cosa accadrà adesso. Lo spiega a BlogSicilia l’assessore regionale al territorio e Ambiente Maurizio Croce ovvero colui che dovrà occuparsi del tema.

“Innanzitutto occorre tranquillizzare tanto gli operatori economici e gli imprenditori che attualmente gestiscono lidi e attività su demanio marittimo quanto bagnanti e fruitori dei servizi. nell’immediato non accade proprio niente. La stagione balneare 2016 è salva e anche per il 2017 le concessioni non verranno toccate”

Dunque la sentenza della Corte Europea è carta straccia?

“Assolutamente no! Prima di commentarla, comunque, voglio leggerla e studiarla bene ma la considero una opportunità. Il problema, però, non è siciliano ma nazionale. Noi ci eravamo limitati in finanziaria al recepimento della norma nazionale e subito, di conseguenza, l’effetto della sentenza. ho già sentito gli uffici del Ministro per gli affari regionali e si pensa di inserire una norma da subito nel Dl Enti Locali che crea un periodo transitori prorogando le concessioni non più al 2020 ma al 31 dicembre 2017 e stabiliste per il gennaio 2018 l’emanazione dei bandi. Nel frattempo si faranno le normative necessarie”.

Ma poi la Sicilia, che ha competenza sul demanio marittimo, dovrà recepire o legiferare per sua conto

“In realtà la norma già c’è, bisogna solo velocizzare i tempi di attuazione. Caduto il vincolo al 31 dicembre 2020 possiamo procedere da subito in vista proprio dei bandi 2018. Noi ci eravamo attrezzati congelando le concessioni esistenti al 29 febbraio 2016 e questo ci permette oggi di sapere che si tratta di 9000 concessioni. se non lo avessimo fatto oggi sarebbero forse 11 mila”.

Dunque sarà la Regione a emanare i bandi?

“Andiamo per ordine. La legge regionale prevede che le competenze passino ai comuni o comunque agli enti Locali che potranno anche essere, ad esempio, le città metropolitane. L’unica condizione per questo decentramento è che i Comuni si dotino dei Piani di utilizzo del demanio marittimo. Non appena lo faranno i piani saranno controllati e validati dalla regione e le competenze passeranno ai comuni. si era dato tempo fino al 2020 per questi adempimenti ma nulla osta che se un Comune si dota dello strumenti gli si passino le competenze immediatamente. Il sistema deve essere lo stesso dei Piani regolatori. anche lì sono i comuni a rilasciare le concessioni edilizie e la regione si limita a vigilare sull’adozione e sull’aggiornamento dei piani”.

Dunque saranno i comuni a fare i bandi?

“Solo quelli che si saranno dotati dei piano e avranno ricevuto le competenze. gli altri bandi li farà la Regione. si creerà una sorta di doppia corsia. Sarà, chiaramente, una applicazione transitoria della norma fino a quando tutti gli enti locali non avranno ricevuto le competenze”.

Non c’è il rischio di grandi difformità fra un comune e l’altro magari lungo la medesima spiaggia che attraversa più comuni?

“Non credo. intanto vedo questa come una opportunità. Si immagina se la regione, unico ente, dovesse gestire 9000 bandi di concessione? Per evitare la giungla, poi, abbiamo previsto per norma che le linee guida dei bandi siano stabilite con decreto dell’assessore. la vera sfida sarà proprio predisporre queste linee guida in modo da rispettare le esigenze dei comuni, garantir introiti dagli oneri concessori a Comuni e Regione senza dissanguare gli imprenditori o causare la lievitazione indiscriminata dei prezzi”

Come farlo?

“Non abbiamo ancora ragionato sul bando tipo ma certamente bisognerà introdurre limiti ai periodo concessori che non siano troppo ristretti ne troppo ampi. e bisognerà tutelare i concessionari storici. Non certo con una riserva o prelazione che sarebbe un aggiramento della legge. Ma chi ha fatto investimenti sui lidi dovrà vedersi riconoscere una quota dal concessionario subentrante o comunque una forma di tutela. Guardiamo come esempio alle legislazioni di Spagna e Portogallo già approvate dall’Ue. Poi  mettere una serie di paletti e limiti. fatto questo il resto toccherà al mercato. in un sistema di libera concorrenza certamente crescerà la qualità dei servizi e i prezzi dovranno calmierarsi perché sarà poi il bagnante a scegliere chi fa risparmiare a parità di servizi”.