Squali a Mondello? Ma anche no. L’avvistamento in mare di due esemplari con le pinne che spuntavano dall’acqua ha subito acceso negli utenti, soprattutto social, fantasie degne di Steven Spielberg, che rese ancor più celebre lo squalo attraverso i suoi film, ma la verità è ben diversa.
Parole di Andrea Calascibetta, biologo marino e ricercatore dell’università degli studi di Palermo e presidente dell’associazione Avvistiamo, fondata nel 2023, che si occupa prevalentemente di balene e tartarughe marine, ma in questo caso non poteva fare a meno di attenzionare un caso come questo.
L’avvistamento
“Abbiamo visto il video girare sul web, e abbiamo capito subito che non era uno squalo, si vede lontano un miglio – dice Andrea Calascibetta -. Abbiamo analizzato il video, io e Lorenzo Gordigiani, vicepresidente dell’associazione e anche lui biologo marino, ci siamo confrontati ed entrambi abbiamo appurato che con ogni probabilità si tratta un’aguglia imperiale, un simil pesce spada, che si ciba di acciughe e pesciolini piccoli”.
L’aguglia imperiale
L’aguglia imperiale (Tetrapturus belone), spiega Calascibetta, è un grosso pesce di mare della famiglia Istiophoridae. Nonostante il nome comune questo pesce non ha nulla in comune con l’aguglia, è infatti uno stretto parente dei marlin dei mari tropicali. L’aspetto complessivo è dunque molto simile a questi ultimi con rostro allungato sulla mascella superiore, corpo fusiforme nella parte anteriore ed appiattito sul peduncolo caudale, prima pinna dorsale lunga con porzione anteriore formante un lobo rilevato. È molto simile al marlin bianco, raro nel Mediterraneo ma ha il lobo della pinna dorsale appuntito anziché arrotondato, pinne pettorali molto più corte, rostro più corto. Si riconosce dal pesce spada a causa del rostro corto e della lunga prima pinna dorsale (che nel pesce spada è corta ed alta).
La livrea è grigio-blu scuro, talvolta quasi nero sul dorso e bianco sul ventre, con le due colorazioni separate da una linea netta.
Raggiunge, e supera, i 2 metri di lunghezza e i 50 kg di peso. Si nutre di pesci e di cefalopodi pelagici. Le sue prede più frequenti sono costardelle, aguglie e clupeidi.
Lo squalo a Sant’Erasmo in estate
Grande stupore quest’estate alla comparsa di uno squalo al porticciolo di Sant’Erasmo a Palermo, un testimone racconta a BlogSicilia quel che ha visto. In tutto una decina di persone che erano con lui e che hanno visto quel pesce dimenarsi e poi scomparire all’improvviso nell’immensità del mare. Resta però quell’avvistamento che è ancora cosa rara nelle acque basse delle coste siciliane. Anche se gli avvistamenti di anno in anno sono sempre più frequenti anche nella nostra isola.
Intraviste le pinne uscire dall’acqua
A raccontarci quei momenti è Giovanni Platania, lettore di BlogSicilia, che si trovava a Sant’Erasmo per andare a salutare alcuni colleghi di lavoro. “Mi sono imbattuto con mio stupore – racconta – in ciò che credevo non mi potesse mai capitare di vedere di presenza. Ho visto una verdesca. Avevo appena girato l’angolo dell’istituto padre Messina, intorno la zona dei ristoranti, quando in lontananza, a un metro o due della spiaggetta con le barche, intravedo uscire due pinne dall’acqua: quella dorsale e quella caudale”.
“Credevo fosse uno scherzo”
Non poteva credere ai suoi occhi Giovanni Platania, tanto che all’inizio ha pensato ad una burla. “All’inizio pensavo potesse essere la bravata di qualcuno che avesse creato ad arte un effetto muovendo tutto col filo, vista l’estrema vicinanza alla spiaggetta del porticciolo. Ma poi ho visto che queste pinne andavano dentro e fuori dall’acqua muovendosi in diverse direzioni, e ho capito subito che si trattava di un pesce vero e non di una funzione. Uno squalo ho gridato! E sono corso per tutto il pontile fino ad arrivare alle barche a motore”. La Verdesca dalla spiaggetta ha fatto un breve giro e si è posizionata fra due barche.
L’intervento della capitaneria di porto
Dopo l’iniziale momento di smarrimento e stupore è stato richiesto l’intervento della capitaneria di porto. “Abbiamo anche avvisato dei pescatori nelle immediate vicinanze, tenendo e seguendo a vista ogni movimento dello squalo – aggiunge Platania -. A un certo punto non l’ho visto più, presumo si sia diretto nuovamente in mare aperto. Una decina di minuti dopo la mia e le altre segnalazioni, è arrivata la capitaneria di porto. Palermo ha dimostrato di essere composta anche da persone per bene e servizi che funzionano. Ognuno dei presenti ha fatto la sua parte. Non si può essere solo spettatori inermi, ma anche parte attiva della situazione. E non vi nego che sono stato contento come non mai. Alla soglia dei miei 46 anni ho ricevuto un bellissimo regalo: l’emozione di vedere una verdesca nuotare libera vicino la riva”.
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