Il deputato della Lega all’Ars e coordinatore provinciale del partito Vincenzo Figuccia, interviene sulla situazione dei circa 2.500 lavoratori ex Pip in cerca di stabilizzazione ma anche di risposte per i loro diritti.

“Trovo assurdo – sottolinea Figuccia – che dopo anni di rinvii si continui a sfruttare il lavoro di tanti uomini e donne che servono le amministrazioni pubbliche, senza alcun riconoscimento reale in termini di diritti economici e giuridici. Si facciano i conguagli, se il problema è questo e si paghino immediatamente gli stipendi di novembre. Si eroghino presto anche i bonus Renzi di ottobre, novembre e dicembre”.

“Stabilizzazione? Si proceda in fretta, o ci vedremo in tribunale”

L’esponente del Carroccio parla anche dell’oggetto del contendere: la stabilizzazione. E sottolinea: “Per la stabilizzazione? Si proceda in fretta oppure ci vedremo in tribunale, visto che ancora non si sblocca nulla e che gli studi legali si sono ormai messi a lavoro per il risarcimento relativo ad oltre 20 anni di lavoro nero”.

In piazza per chiedere risposte

Le parole di Figuccia arrivano a pochi giorni dall’ultimo sit in che i lavoratori ex Pip hanno organizzato a metà settimana davanti la sede dell’assessorato regionale al Lavoro e alle Politiche Sociali di via Trinacria a Palermo.

Stanchi di protestare

Al sit in presente anche Mimma Calabrò, segretario generale Fisascat Cisl Sicilia. Calabrò che ha spiegato: “Siamo stanchi di protestare, siamo stanchi di portare avanti i bisogni e le esigenze della stabilizzazione degli ex Pip. Oggi abbiamo incontrato l’assessore Scavone, al quale abbiamo chiesto cosa stia facendo la Regione siciliana per arrivare alla stabilizzazione.
Ha detto che ci sono degli spiragli romani positivi. Tutto è vincolato dal famoso accordo Stato-Regione che blocca le stabilizzazioni. Sembrerebbe che ci sia uno spiraglio di discussione, il tavolo tecnico romano andrà avanti”.

La norma per la stabilizzazione

Nei mesi scorsi il Senato ha approvato una norma che consentirà non solo di riconoscere i lavoratori ex Pip ma di iniziare un percorso concreto e serio di stabilizzazione. La realtà degli ex pip Emergenza Palermo trova le sue origini molto indietro nel tempo, con precisione nell’agosto del 2000, quando 3035 soggetti svantaggiati dell’area metropolitana di Palermo confluirono in un bacino di risorse a disposizione degli enti. Iniziò così la lunga storia dei lavoratori di Emergenza Palermo che iniziarono a prestare la propria attività operando nelle scuole, negli ospedali, nei comuni ed altre strutture pubbliche, svolgendo svariate mansioni, dai custodi agli addetti alle pulizie, operai ed anche lavorando presso gli uffici in qualità di impiegati.

Sono circa 2500

I lavoratori ex Pip, ad oggi circa 2500 e con età media che oscilla tra i 50 e i 60 anni, sono in atto utilizzati nelle pubbliche amministrazioni. Per effetto dell’emendamento approvato, sono stati impiegati anche per fare fronte al crescente fabbisogno di risorse umane nel contrasto dell’emergenza Covid19. Il Governo Musumeci, intervenuta la sentenza n. 194 del 2020 della Corte Costituzionale, ha tenuto diretti contatti con la Conferenza delle Regioni e la Conferenza Stato-Regioni, ottenendone l’appoggio all’emendamento, nonché con i Ministeri della Pubblica amministrazione e del Lavoro.

Tante criticità

All’incontro in assessorato era presente anche il direttore generale del Dipartimento Lavoro. “Le criticità degli ex Pip – aggiunge Calabrò – sono tantissime. Non si riesce ad avere una interlocuzione, ogni mese c’è il rischio che non si riescano a pagare gli stipendi, non vengono pagati gli assegni familiari perché c’è poco personale, ma i lavoratori Pip non possono subire per le disfunzioni del sistema o la mancanza di personale del Dipartimento”.

Non sono lavoratori di serie B

Prosegue il segretario della Fisascat Cisl Sicilia: “Non devono essere trattati come lavoratori di serie B. Significa che devono avere le loro certezze. E’ allucinante che non si riesca ancora ad avere il cedolino del loro sussidio lavorativo. Sono persone che lavorano 6 ore al giorno. Non è un sussidio per stare a casa, è un sussidio per rendere un servizio alla collettività. Sono nelle scuole, nei dipartimenti della Regione siciliana, negli assessorati, negli ospedali, e non dimentichiamo che non si sono mai fermati”.

La Regione siciliana agisca in tempi brevi

Calabrò ricorda ancora che “L’emendamento è valido fino al 31 marzo del 2022, quindi bisogna che la Regione siciliana si mobiliti per giungere alla loro stabilizzazione. Tutto quello che è un diritto per qualsiasi lavoratore, per i Pip deve diventare una conquista. Attendiamo il pagamento del Bonus Renzi entro dicembre. I lavoratori Pip devono avere la loro dignità lavorativa e la loro dignità come persone. Qui siamo all’assurdo. Alcuni di loro lavorano in divisa, ad altri è stato detto che avrebbero avuto le divise solo se fossero avanzate. E sono lavoratori che non hanno un euro di contribuzione versato dalla Regione siciliana”.

Preoccupazione per il futuro

Al Dipartimento Lavoro dell’assessorato ci sarebbe mancanza di personale per espletare le pratiche. “Abbiamo temuto fortemente – conclude Calabrò – che lo stipendio di questo mese non venisse pagato. Il direttore generale si è assunto l’impegno dell’erogazione del sussidio malgrado l’enorme carenza di personale. Tuttavia, nutriamo molte preoccupazioni”.

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