Doccia fredda per i lavoratori di 56 supermercati a marchio Fortè, i quali speravano ancora che poteva finire in modo positivo la vendita dei punti vendita alla Apulia Distribuzione, subentrante. Il gruppo venditore ha inviato ai sindacati la comunicazione a firma congiunta di Meridi, il gruppo venditore, e Apulia Distribuzione con la quale comunicano che la procedura per l’affitto dei 56 punti vendita a marchio Forté si interrompe.
Meridi avrebbe depositato, presso il Tribunale di Catania e come si apprende dalla comunicazione, istanza per essere ammessa all’amministrazione straordinaria e si trova, pertanto, in attesa della nomina dei relativi organi. Da qui la decisione di interrompere le trattative per la vendita dei 56 supermarket. Una brusca frenata che mette in apprensione 500 lavoratori.
“La notizia giunge come una doccia fredda per i lavoratori che speravano fortemente in una veloce e positiva risoluzione della vicenda – afferma Mimma Calabrò, segretario generale della Fisascat Cisl Sicilia – Auspicavamo che nell’incontro che si sarebbe dovuto svolgere in data odierna, si sarebbe potuta fare sintesi fra le posizioni assunte da parte aziendale e quelle del sindacato, nel superiore interesse dei lavoratori”.
L’incontro tra le due società era stato aggiornato proprio ad oggi, 16 dicembre, dopo che le organizzazioni sindacali avevano espresso la loro contrarietà ad alcune delle proposte aziendali. “Purtroppo – continua la Calabrò – quanto comunicatoci oggi, stravolge completamente gli scenari. I tempi, molto probabilmente, si allungheranno”.
L’unica nota positiva è che il Gruppo Apulia manifesta ancora il proprio interesse per 56 punti vendita a marchio Forté e continuerà la trattativa con gli organi che saranno nominati per la procedura. “Una situazione alquanto complessa e delicata – continua la sindacalista – Meridi, intanto, faccia l’impossibile almeno per corrispondere ai lavoratori le numerose mensilità arretrate. Di fatto, non trattandosi più di concordato preventivo ma di procedura fallimentare, le somme non sono più soggette al congelamento previsto dal piano di ristrutturazione. La situazione drammatica che coinvolge i lavoratori siciliani e le loro famiglie – conclude la Calabrò – si aggiunge ai numeri che sanno di bollettino di guerra considerato che tantissimi sono i lavoratori che vivono oggi situazioni di precarietà e incertezza. Auspichiamo, dunque, non soltanto che la trattativa riprenda quanto prima ma anche che possano essere salvaguardati tutti i livelli occupazionali”.
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