Altra operazione in Sicilia per il contrasto alla pesca illecita di tonno rosso con oltre 2 tonnellate di pescato sequestrati a Isola delle Femmine, nel palermitano. Pesante sanzione all’autotrasportatore che aveva caricato sul proprio cassone questa quantità di tonno. L’attività è stata portata avanti sotto il coordinamento del centro di controllo area pesca della direzione marittima di Palermo. Dopo i sequestri effettuati nei giorni scorsi nei porti di Palermo, Cefalù e Porticello, stanotte è stata la volta di Isola delle Femmine.
Tonni senza tracciabilità
I militari della guardia costiera di Palermo hanno setacciato l’area portuale e avviate le ispezioni in diversi veicoli refrigerati in ingresso e in uscita. Su uno di questi sono stati rinvenuti 16 esemplari di tonno rosso per un peso complessivo di 2,3 tonnellate. I tonni, privi di documentazione sulla loro “tracciabilità”, quindi sulla provenienza, sarebbero stati immessi nel mercato nero.
La sanzione
Al conduttore del veicolo è stata contestata la violazione dell’articolo 11 comma 1 del decreto legislativo 4 del 2012 ed elevata quindi una sanzione amministrativa di 2.667 euro. Il pescato, evidentemente scaricato poco prima presso il porticciolo di Isola delle Femmine, è stato ispezionato dal personale medico veterinario del servizio zooprofilattico di Palermo, ritenuto idoneo al consumo umano e devoluto in beneficenza ad enti caritatevoli.
Controlli anche nel catanese
Altre due tonnellate di tonno rosso pescato illegalmente sono state sequestrate sempre questa notte dalla guardia costiera a Catania. L’operazione è scattata durante un attività di polizia marittima finalizzata al contrasto della pesca di frodo ed alla repressione di condotte illecite relative alla cattura ed alla commercializzazione di tonno rosso pescato illegalmente, in violazione ai trattati europei sulla protezione e tutela della specie ittica. Nello specifico la guardia costiera ha proceduto al sequestro di 13 esemplari, rinvenuti all’interno di un furgone isotermico, fermato e controllato all’interno del porto di Catania, privi della prevista documentazione che ne attestasse la tracciabilità.
Commenta con Facebook