“Il decreto regionale di maggio del 2018 sulle attività di panificazione, avrebbe dovuto contribuire a rendere più facili e trasparenti la gestione dei controlli e le attività legali di vendita e produzione del pane in Sicilia, ma purtroppo sembra aver generato maggiore confusione con il rischio concreto di favorire l’abusivismo e colpire i piccoli produttori”. Ha dichiarato Leoluca Orlando, presidente di ANCISicilia.

“Per questo, al di là delle singole iniziative che possono essere adottate dai Comuni per quanto riguarda giorni e orari di apertura – continua Orlando – credo utile chiedere che si possa avviare un tavolo di confronto tra la Regione, le associazioni di categoria e le amministrazioni locali per affrontare tutti i temi controversi del decreto, a partire proprio dalla definizione di “panificazione” che tante incertezze determina in fase di controllo. L’obiettivo di contrastare l’abusivismo e la produzione irregolare di pane è, ancor di più nel periodo dell’emergenza Covid-19, voluto da tutti e proprio per questo lo si deve perseguire in modo condiviso”.

Concorrenza sleale e salute pubblica a rischio la domenica e nei giorni festivi erano già stati lo scorso mese di maggio al centro di una lettera che Assopanificatori di Confesercent Palermo hanno inviato al prefetto Giuseppe Forlani, all’assessore comunale alle Attività Produttive, Leopoldo Piampiano e all’assessore regionale alle Attività Produttive, Mimmo Turano, per chiedere provvedimenti efficaci e l’autorizzazione alla vendita del pane nei forni.
“Il perdurare del divieto della vendita al dettaglio dei prodotti da forno la domenica e nei giorni festivi, imposto dalle disposizioni assunte dal Presidente della Regione per contenere la diffusione del Covid 19 – si legge nella lettera firmata dal presidente di Assopanificatori Antonino Buscemi e dal direttore di Confesercenti Palermo, Michele Sorbera – ha fatto riproporre con forza il fenomeno della panificazione abusiva e della vendita del pane lungo le strade cittadine. Un fenomeno allarmante, non tanto perché danneggia tutti i fornai che si attengono scrupolosamente alle normative vigenti ma, soprattutto, perché i prodotti vengono da forni clandestini, improvvisati, che panificano senza alcun controllo dal punto di vista igienico- sanitario.Quindi, se da un lato si ha concorrenza sleale ed evasione fiscale, dall’altro si mette a rischio la salute pubblica. Per tali ragione, chiediamo ogni azione possibile per contrastare tale fenomeno e che si intervenga presso il governo regionale, per autorizzare la vendita del pane nei forni, almeno per mezza giornata, sia nei festivi che la domenica”.