“E’ stato un lavoro particolarmente articolato e complesso, tengo a precisare che il nostro governo sulla realizzazione delle Zes (zone economiche speciali) è partito completamente da zero, ma per noi era molto importante allineare la Sicilia alle altre regioni del Sud che hanno già proceduto con le delimitazioni delle aree”. Lo ha detto il presidente Nello Musumeci in conferenza stampa a Palazzo d’Orleans, dove ha presentato la istituzione e la delimitazione delle aree delle due Zes, una per la Sicilia occidentale e una per quella orientale, dopo l’approvazione del provvedimento da parte della giunta di governo. Presenti gli assessori all’Economia Gaetano Armao, alle Infrastrutture Marco Falcone, alle Attività produttive Mimmo Turano, all’Agricoltura Edy Bandiera, al Territorio Toto Cordaro.
“Il numero delle Zes – ha spiegato Musumeci – corrisponde a quello delle autorità portuali, quindi, due. La terza autorità portuale quella di Messina è stata oggetto di confronto con il governo nazionale, al quale abbiamo proposto una autorità portuale aggregata a quella di Reggio Calabria, quindi una unica autorità portuale dello Stretto, per la specificità. La Sicilia – ha sottolineato il governatore – ha a disposizione 5.580 ettari di terreno entro i quali far ricadere le aziende già esistenti e quelle che vorranno investire nel futuro. Le caratteristiche essenziali dell’aree individuate sono la presenza di un porto, di un retro-porto e di una consolidata tradizione industriale”.
La perimetrazione elaborata dalla cabina di regia e dal gruppo di lavoro interdipartimentale istituiti dal governo Musumeci per le Zes valorizza le aree produttive ed anche alcune aree interne, comunque strettamente connesse dal punto di vista economico e funzionale alle infrastrutture portuali esistenti e alle aree immediatamente contigue. Si è tenuto conto anche dell’esigenza di disporre di sufficienti aree libere per nuovi investimenti.
La Zes Sicilia occidentale vede incluse: le aree industriali di Aragona-Favara, Caltanissetta, Carini, Palermo-Brancaccio, Termini Imprese e Trapani e ancora il Porto di Palermo, il Porto e il retroporto di Termini Imprese, la Stazione Sampolo con il mercato ortofrutticolo di Palermo, la zona Palermo-Partanna Mondello, il porto di Trapani, l’aeroporto di Trapani Birgi, i porti di Mazara del Vallo, Licata e Porto Empedocle con il suo retroporto e i retroporti di Mazara, Marsala.
Nella Zes Sicilia orientale andranno le aree industriali di Gela, Paternò, Belpasso, Messina-Larderia, Villafranca Tirrena, Augusta-Melilli, Priogo Gargallo, Siracusa, Milazzo-Giammoro ed Enna e ancora il porto di Catania con il retroporto, l’Asi, l’interporto e Mas, Tremestieri, il retroporto di Milazzo, porto di Augusta, aeroporto di Comiso, l’interporto di Melilli, il porto di Pozzallo con il suo retroporto e infine il porto di Messina e la zona della fiera.
Il cammino delle Zes siciliane è iniziato nel marzo 2018 quando il governo Musumeci ha istituito una cabina di regia regionale con il compito di predisporre il piano di sviluppo e di individuare delle aree candidate alla inclusione nelle Zes in stretto raccordo con gli enti locali e le organizzazioni sindacali e datoriali. Nello scorso maggio l’ok del governo regionale alle linee guida per l’identificazione e la delimitazione della superficie disponibile che vede il 35% destinato alla Zes della Sicilia occidentale e il 65% alla Sicilia orientale.
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