Se un pedone vuole passare da un lato di viale Regione Siciliana a piedi, conviene allora che impari a volare. In un momento storico in cui si parla di opere faraoniche, leggasi il ponte sullo Stretto, e di un nuovo piano urbano per la mobilità sostenibile provinciale, chi si muove a piedi o comunque con i mezzi pubblici deve fare i conti giornalmente con un problema irrisolto del capoluogo siciliano: viale Regione Siciliana. Il raccordo fra A19 e A29 infatti rappresenta, da decenni ormai, una vera e propria barriera architettonica per la città, in particolare per l’area Sud-Est della città. Dall’area di Ciaculli fino a corso Calatafimi infatti, sono pochissimi i punti in cui un cittadino può passare da un lato all’altro della città a piedi. Fatto che, logicamente, taglia in due il capoluogo siciliano. Quadro completato dalla carenza di sovrappassi (solo tre in tutto viale Regione Siciliana) e dallo stato pietoso di diversi sottopassi.

Pochi punti d’accesso per i pedoni

In attesa che i cittadini si dotino quindi di ali, gli stessi sono costretti a giri del peripleo di decine di minuti, prima di trovare un punto per potere attraversare in sicurezza l’area delimitata dal raccordo fra A19 e A29, oppure a rivolgersi a servizi di trasporto privato. Caso limite si raggiunge nell’area compresa fra la Zona Industriale e parte del quartiere Ciaculli. Area che, si spera, sarà interessata in futuro dai lavori dello svincolo di Brancaccio. Nonostante infatti la porzione di territorio in questione abbia anche un buon collegamento in termini di trasporto pubblico, ovvero la linea 1 del tram, la stessa si conferma una zona di forte criticità per i pedoni.

Volendo fare un esempio pratico, se un cittadino di Ciaculli volesse raggiungere l’area del centro commerciale Forum, i vari navigatori stradali “consigliano”, come percorso principale, l’attraverso del viale del futuro svincolo di Brancaccio. Un’area senza marciapiedi nè aree dedicate ai pedoni. Una vera pazzia insomma. In alternativa, una persona comune può scegliere se arrivare nell’area di via Messina Montagne, per poi tornare indietro, oppure se cercare uno dei ponti o viadotti che sorvola il raccordo autostradale. E nella lista non rientra di certo il pontile di via Chiaravelli, inagibile da anni e sbarrato da un ammasso di terra misto a rifiuti ingombranti.

Sottopassi molto spesso inagibili

sottopasso Borgo Ulivia, Palermo

Una riflessione sul tema è dovuta. Problema, quello che riguarda i pedoni, più volte documentato dalla nostra redazione. Come accaduto circa due mesi fà, ovvero il 7 febbraio, quando abbiamo mostrato lo stato in cui versano alcuni dei sottopassi dell’area est del capoluogo siciliano. Le strutture di Borgo Ulivia, del ponte Corleone, di via Altafonte e, ovviamente, quella nei pressi di via Oreto rappresentano soltanto la punta di un iceberg che affonda le sue radici nella mancanza di pianificazione e di manutenzione.

Le difficoltà sono oggettive. Buona parte dei sottopassi compresi tra la fine del tratto autostradale e lo svincolo di corso Calatafimi sono inagibili da anni, falcidiati da danni strutturali causati da incendi ed infiltrazioni d’acqua, diventati inoltre terrano di illegalità ed incuria. Le erbacce, a volte, sono talmente fitte che impediscono perfino l’accesso alle scale, quando le stesse sono accessibili. E non è una cosa scontata, visto lo stato in cui versa, ad esempio, la struttura nei pressi del ponte Corleone, dilaniata dalle radici degli alberi presenti in zona. A proposito di fenomeni di criminalità, il sottopasso di Borgo Ulivia si è reso invece protagonista di diversi incendi appiccati ad auto rubate, prima sventrate e poi date alle fiamme.

Pochi i sovrappassi

Problemi noti da anni e che hanno causato disagi inenarrabili ai residenti della III e della IV Circoscrizione che, molto spesso, sono costretti a macinare chilometri per attraversare viale Regione Siciliana. Di sovrappassi, invece, nemmeno se ne parla. In tutto viale Regione Siciliana ce ne sono soltanto tre: via Nave, parcheggio Emiri e quello nei pressi di piazzale Einstein. Strutture che normalmente suppliscono anche alla mancanza di accessi per le persone diversamente abili ma che, negli ultimi anni, hanno vissuto tanti disservizi.

E le richieste di strutture del genere non sono mancate negli anni. Come accaduto a fine 2021 quando un folto gruppo di residenti protestò nei pressi dell’attraversamento pedonale di via Perpignano chiedendo l’edificazione di un sovrappasso. Un tratto stradale sul quale sono purtroppo diverse persone. Fra queste c’è anche Agostino Cardovino. Il ragazzo, a cui è stata intitolata una piazzetta del quartiere Noce, è morto nella notte del 21 giugno 2020, a causa di un impatto fatale con un auto.