Zone Franche Montane ancora al palo in Sicilia, in attesa che la politica regionale sblocchi l’iter che ne permetta la definitiva istituzione.
Sulla questione intervengono alcuni esponenti politici.

Grasso: “Garantire la loro sopravvivenza con fondi destinati all’insularità”

“Ho sempre sostenuto l’importanza delle Zone franche montane. Per tale motivo non posso che condividere la battaglia portata avanti da diversi Amministratori locali per chiedere al Governo regionale la copertura finanziaria da inserire nell’assestamento di bilancio e salvaguardare le terre alte della Sicilia”.
Lo afferma la deputata regionale di Forza Italia all’Ars, Bernardette Grasso.
Prosegue la deputata: “Sin da subito infatti mi impegno a sostenere in Commissione bilancio all’Ars e poi in Aula, la modifica dell’art. 6 della legge voto approvata dal Parlamento. Una modifica sostanziale, che di fatto garantirebbe alle Zone franche montane di beneficiare ogni anno di risorse non più statali bensì regionali, in linea con quanto affermato da una sentenza della Corte di giustizia europea. Occorre che parte delle risorse per l’insularità siano destinate a tali Zone, che non sono una zavorra. Sono porzioni di territorio dall’enorme potenziale, che soffrono della loro condizione periferica, con fenomeni di spopolamento che rischiano di compromettere l’esistenza di quei piccoli borghi siciliani ricchi di fascino, storia e risorse naturali. È compito della politica proteggerle, ma soprattutto sostenere le imprese e cittadini al proprio interno, che quotidianamente resistono nonostante le evidenti difficoltà”.

Dipasquale: “Governo regionale abbia scatto di orgoglio, latitanza di Musumeci e Armao”

Nello Dipasquale, parlamentare regionale del Partito Democratico e segretario alla Presidenza dell’Assemblea Regionale Siciliana osserva: “Da quando il Partito Democratico ha presentato all’ARS, nel dicembre 2017, il disegno di legge per la istituzione delle Zone Franche Montane, ho sostenuto e seguito costantemente tutto l’iter che, purtroppo, si è arenato per colpa della latitanza del presidente Musumeci e dell’assessore Armao nel corso di tutta la legislatura. La responsabilità enorme di questo Governo regionale è evidente per inefficienza e inerzia.
L’applicazione della legge voto, approvata dall’ARS, arrivata al Parlamento nazionale e tornata indietro a Palermo per delle modifiche che il Governo regionale deve apportare in sede di assestamento di bilancio, andrebbe incontro a quel 25% di territorio siciliano montano, le cosiddette Terre Alte di Sicilia (un quarto del totale), le cui popolazioni vivono un profondo disagio sociale ed economico a causa della cronica carenza di servizi. Da Roma attendono da ormai non so più quanto tempo una comunicazione da parte degli organi di governo della Regione Siciliana che accetti la formulazione suggerita dalla Ragioneria generale dello Stato secondo la quale la copertura degli oneri finanziari si deve fondare sulle risorse preordinate dell’accordo Stato-Regione, quindi dovrà essere su base regionale e non statale: bastano circa 20 milioni di euro l’anno. Mi auguro che in questi ultimi mesi rimasti al Governo Musumeci ci sia uno scatto d’orgoglio capace di dare risposte a chi attende le Zone Franche Montane da quasi cinque anni. Personalmente, come ho sempre fatto negli ultimi quattro anni, anche insieme ai colleghi del Partito Democratico, continuerò a impegnarmi per far capire a questo Governo e alla sua maggioranza altrettanto sorda l’importanza di dare una risposta concreta alle Terre alte di Sicilia smettendola di prendere in giro i comuni siciliani montani”.

Bandiera: “Promuovere lo sviluppo e contrastare lo spopolamento”

Edy Bandiera, deputato dell’Assemblea regionale siciliana assicura il suo pieno sostegno: “Lo strumento normativo del­le Zone Fran­che Monta­ne è fondamentale per tutelare e promuovere le Zone montane siciliane e per contrastare il grave fenomeno di spopolamento, in atto, che metterebbe in serio repentaglio un patrimonio di immenso valore culturale, identitario e ambientale. Per tale mo­ti­vo non pos­so che con­di­vi­de­re la bat­ta­glia por­ta­ta avan­ti da di­ver­si Am­mi­ni­stra­to­ri lo­ca­li per chie­de­re al Go­ver­no re­gio­na­le la co­per­tu­ra fi­nan­zia­ria da in­se­ri­re nel­l’as­se­sta­men­to di bi­lan­cio, prossimo all’approvazione da parte della Giunta regionale di Governo.
Amministratori locali e residenti delle zone montane mi vedranno in prima linea e a loro fianco per so­ste­ne­re in Com­mis­sio­ne bi­lan­cio al­l’Ars e poi in Aula, la mo­di­fi­ca del­l’art. 6 del­la leg­ge voto ap­pro­va­ta dal Par­la­men­to. Una mo­di­fi­ca so­stan­zia­le, che consen­ti­reb­be alle Zone fran­che mon­ta­ne di be­ne­fi­cia­re, annualmente, di ri­sor­se re­gio­nali, in li­nea con quan­to af­fer­ma­to da una recente sen­ten­za del­la Cor­te di giu­sti­zia eu­ro­pea.
Oc­cor­re che par­te significativa del­le ri­sor­se per l’in­su­la­ri­tà sia­no de­sti­na­te a tali Zone. Ambiti di ter­ri­to­rio dal­l’e­nor­me po­ten­zia­le di sviluppo, economico e sociale, vittime del­la loro con­di­zio­ne di pe­ri­fe­ri­a e del deficit infrastrutturale che va immediatamente compensato!
Dopo anni di attesa, è giunto il momento di intervenire concretamente a sostegno di cittadini, imprese e territori interessati”.

(foto di repertorio)

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