“Faremo di tutto, sotto l’aspetto legale, per riprenderci il bambino”. Lo ha affermato, nel corso della trasmissione Pomeriggio 5 andata in onda su Canale 5, una parente della madre di Vittorio Fortunato, il neonato per il cui abbandono è stato arrestato l’ex compagno della donna, un macellaio di 59 anni di Ragusa ma la Procura ha iscritto nel registro degli indagati la stessa madre.

Per il piccolo è stata già individuata una famiglia ma i parenti della madre naturale non ci stanno, annunciando azioni per riportare il neonato tra le braccia della donna, che, comunque, continua ad assicurare di aver chiesto a quell’uomo di portare il figlio in ospedale. Non ci sono certezze sulla paternità di Vittorio Fortunato, i dubbi saranno sciolti non appena saranno eseguiti i test del Dna.

“Il bambino non è mai stato abbandonato – ha detto la parente della mamma del piccolo ai microfoni di Pomeriggio 5 –  e poi si porre rimedio a questa situazione”.

La Procura intende verificare il ruolo che ha avuto la madre, se, insomma, era consapevole del piano del cinquantanovenne anche se quest’ultimo si è difeso nel corso dell’interrogatorio di garanzia davanti al giudice per le indagini preliminari del tribunale di Ragusa, negando gli addebiti.

Il commerciante, che secondo le dichiarazioni raccolte non sapeva che la sua ex compagna fosse incinta e che con lei aveva interrotto i rapporti circa 6 mesi fa, ha confermato di essere stato lui stesso a portare il neonato a Ragusa e di avere inscenato il ritrovamento davanti alla sua macelleria. Lo avrebbe fatto, secondo quanto riferito dall’avvocato Michele Sbezzi, perché in quel frangente riteneva che il piccolo potesse arrivare più velocemente in ospedale sostenendo che la città di Modica la conosceva poco e avrebbe perso tempo a cercare di arrivare alla locale struttura sanitaria.

Nel corso dell’interrogatorio, l’indagato ha spiegato che la sua ex compagna, che risiede a Modica, lo avrebbe chiamato chiedendo aiuto. Lui si sarebbe recato nella vicina città ed avrebbe trovato la donna con in braccio il piccolo appena partorito e sarebbe stata la stessa madre del piccolo a dirgli di portarlo in ospedale.

L’avvocato del commerciante, Michele Sbezzi, ha chiesto la revoca degli arresti domiciliari per consentire al cinquantanovenne di poter tornare a  lavorare  ma il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Ragusa si è preso due giorni di tempo prima di prendere la decisione.

 

 

 

 

 

Articoli correlati