• La difesa della società armatrice della Mare Ionio ha presentato ricorso al Tribunale del Riesame
  • La Procura di Ragusa ha indagato 4 persone accusate di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina
  • Secondo gli inquirenti, la società armatrice è stata pagata per trasbordare i migranti
  • Per i legali dei 4 indagati è stato un soccorso in mare

I difensori dei 4 indagati, tra amministratori, soci e dipendenti della della società armatrice del rimorchiatore Mare Ionio (Beppe Caccia, Luca Casarini, Alessandro Metz e Pietro Marrone), accusati  di  favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e di violazione alle norme del codice della navigazione, hanno presentato ricorso al Tribunale del Riesame di Catania.

Il trasbordo

Secondo la ricostruzione della Procura di Ragusa e degli agenti della Squadra mobile, sulla Mare Ionio, legata alla Mediterranea Saving Humans, l’11 settembre dello scorso anno, furono trasbordati 27 migranti dalla Maersk Etienne, battente bandiera danese, che 37 giorni prima aveva soccorso in mare i migranti.

La difesa

“I nostri assistiti sono indagati per il delitto di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina pluriaggravato, un reato gravissimo che il nostro ordinamento punisce con la reclusione fino a trent’anni.  L’ingresso sul territorio nazionale non è stato “illegale” ma è avvenuto nel rispetto delle procedure di legge e con assegnazione di un Place of Safety da parte delle autorità competenti” spiegano gli avvocati Gaetano Fabio Lanfranca e Serena Romano.

“Salvate vite umane”

“Riteniamo che non sia possibile dubitare che le 27 persone soccorse l’11 settembre del 2020 versassero in uno stato di necessità e d’altronde ricordiamo che il personale dell’UNHCR, intervenuto al momento dello sbarco, ha constatato che si trattava di soggetti provenienti da Sudan, Ciad, Camerun, Libia e Eritrea in condizioni di vulnerabilità estrema, al punto da esprimere – aggiungono gli avvocati Gaetano Fabio Lanfranca e Serena Romano – pubblicamente il proprio apprezzamento per l’intervento risolutivo della Mare Jonio nel superamento di una delle più drammatiche vicende umanitarie degli ultimi anni”.