• Protestano i lavoratori dell’Hotspot di Pozzallo che sono senza stipendio da mesi
  • Organizzato un sit-in a Ragusa
  • I sindacati hanno chiesto un incontro con il prefetto

I lavoratori dell’hotspot di Pozzallo hanno deciso di organizzare sit-in di protesta, lunedì prossimo, in piazza delle Poste a Ragusa, contro il ritardo dei pagamenti delle retribuzioni.

I sindacati

“Una situazione complessa – sottolineano i sindacalisti Salvatore Tavolino (Fp Cgil), Salvatore Scannavino (Fisascat Cisl) e Anna Floridia (Uiltucs Uil) – che sta mettendo a rischio la salvaguardia dei livelli occupazionali dei lavoratori a cui la cooperativa sociale Badia Grande, che gestisce il servizio di gestione dell’hotspot, ha dato poche risposte certamente in contrasto con le norme di legge di contratto”.

Incontro con il prefetto

I rappresentanti sindacali hanno chiesto alla prefettura, dopo avere dato comunicazione alla stessa dell’indizione della protesta, di potere ricevere una ristretta delegazione dei manifestanti al fine di potere meglio esporre i disagi e le problematiche dei lavoratori.

Centro nevralgico

E’ certamente uno dei centri nevralgici italiani per quanto concerne l’accoglienza dei migranti. Nella Sicilia orientale, è il punto più importante dove, oltre all’assistenza, si svolgono altre attività, tra cui l’identificazione per bloccare l’ingresso in Italia a chi, ad esempio, ha sulle spalle un provvedimento di espulsione. Il mese scorso, gli agenti della Questura di Ragusa hanno eseguito i respingimenti nei confronti di 98 migranti che si trovavano nei locali dell’Hotspot di Pozzallo. Gli stranieri, che sono risultati negativi ai tamponi dopo la conclusione del periodo della quarantena, erano stati fermati nelle settimane scorse poco dopo essere sbarcati in Sicilia ed immediatamente trasferiti nella struttura per essere sottoposti alle procedure di identificazione. Precedentemente, ma ad Augusta, nel Siracusano, gli agenti di polizia di Augusta hanno eseguito 201 respingimenti nei confronti di altrettanti stranieri che si trovavano a bordo della nave per la quarantena Suprema ormeggiata al porto di Augusta.