Il gip del tribunale di Siracusa ha convalidato il fermo nei confronti di Sebastiano Di Pietro, 30 anni, avolese, accusato di tentato omicidio nei confronti dell’ex cognato,  colpito con un coltello. L’uomo, difeso dall’avvocato Natale Vaccarisi, è stato riaccompagnato in cella, nel carcere di Cavadonna, ma nel corso dell’interrogatorio al palazzo di giustizia, ha ammesso i fatti contestati, chiarendo alcuni punti. Tra questi, c’è la circostanza che prima di infliggere i fendenti in prossimità di un ristorante, dove la vittima stava cenando, il trentenne sarebbe stato colpito da uno schiaffo dall’ex cognato.

Un colpo che lo avrebbe scaraventato sull’asfalto,  facendogli perdere anche gli occhiali: a quel punto, sempre secondo la ricostruzione della difesa, Di Pietro, che soffre di miopia, avrebbe afferrato il coltello nella sua disponibilità infliggendo dei fendenti “alla cieca”. Insomma, avrebbe reagito commettendo un errore, come ha precisato al gip del tribunale. Inoltre, il trentenne, dopo l’aggressione, come ha riferito nella sua deposizione, sarebbe scappato in preda dal panico, trovando rifugio nella casa di un familiare per poi disfarsi del coltello che porterebbe sempre con se. Un’arma è stata ritrovata dalla polizia ma non è stata riconosciuta dall’indagato. Sulle cause della lite, a quanto pare, secondo quanto emerso nell’interrogatorio, ci sarebbero stati degli equivoci, tali da esasperare gli animi anche se lo stesso indagato ha precisato che i rapporti con l’ex cognato sarebbero stati sempre buoni.

Per tentato omicidio in ambito familiare, oltre una settimana fa il tribunale di Siracusa ha emesso una sentenza di condanna a 15 anni di reclusione nei confronti di un uomo, residente a Palazzolo Acreide. L’imputato è accusato di aver provato ad ammazzare la moglie nel 2016 in una zona di campagna, dove si sarebbe recato per portare a termine il suo piano. A quanto pare, la sua idea sarebbe stata di uccidere la consorte per poi togliersi la vita ma a fermarlo ci avrebbe pensato un agricoltore che si sarebbe accorto del pestaggio ai danni della vittima.

 

 

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